Le preoccupazioni per un nuovo peggioramento della congiuntura economica frenano le Borse asiatiche. Dopo essere salito ai massimi da giugno scorso, guadagnando oltre l’8% da inizio anno, il paniere Msci della regione ha ceduto lo 0,6%. L’indice manifatturiero in Cina è sceso ai minimi dagli ultimi 11 mesi. Hong Kong ha chiuso a -0,13%, mentre Shanghai Seduta ha recuperato lo 0,58% dopo aver ceduto ieri lo 0,8%. In forte passivo la Borsa di Tokyo.
Tokyo chiude a -1,4%
L’indice Nikkei fa segnare -1,4% sulla scia del negativo andamento di Wall Street (Nasdaq a -2,37% e Dow Jones a -1,62%) e dei timori che un rallentamento della ripresa dell’economia americana possa avere un significativo impatto su quella interna. Oggi, forse più di qualche anno fa, il Giappone fa molto affidamento sulle esportazioni negli Stati Uniti e la recente caduta degli ordinativi di beni durevoli è suonato come un campanello d’allarme per i conti del Paese del Sol Levante.
Spread in rialzo
Avvio in ribasso per le Borse del Vecchio continente. A frenare gli operatori sono le tensioni in Medioriente dopo che l’Arabia Saudita si è resa protagonista, insieme ai suoi alleati, di un attacco militare in Yemen. Il clima di forte instabilità politica nella regione ha fatto schizzare il prezzo del petrolio a +6%, deprimendo i listini. A Piazza Affari il Ftse Mib segna in apertura -1,1%, frenato dalle vendite che stanno colpendo i titoli finanziari e industriali. In forte rialzo, invece, gli energetici. In risalita lo spread italiano.
Il differenziale tra i Btp a dieci anni e il decennale tedesco si è riportato sopra i 110 punti base sulla scia delle preoccupazioni per l’esito delle trattative che dovrebbero sbloccare la nuova trance di aiuti a favore della Grecia. La moneta unica, anche in seguito ai negativi dati macro degli Usa, recupera nei confronti del dollaro portandosi sopra quota 1,10.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.