Astaldi vola in Borsa sulla scia dei conti migliori delle attese e di voci relative a possibili dismissioni, ma il titolo continua ad essere scambiato a prezzi convenienti. Nonostante da inizio anno abbia visto salire la sua capitalizzazione di mercato del 35%, le azioni della società italiana attiva nel segmento delle costruzioni restano a sconto rispetto al nostro fair value che è pari a 9,38 euro (la valutazione si basa sulla metodologia Morningstar sul rating quantitativo, che deriva l’obiettivo di prezzo, i giudizi sul posizionamento settoriale dell’azienda e sulla volatilità dei risultati della stessa dall’utilizzo di un modello statistico).
I conti del 2014
A dispetto della congiuntura non favorevole attraversata dall’economia (non solo italiana), l’azienda ha chiuso il 2014 con un fatturato in crescita del 5,7% e un utile d’esercizio in aumento del 21% (oltre le stime iniziali che indicavano un progresso del 10%). Gli ordini raccolti nei 12 mesi hanno raggiunto quota 28 miliardi e fanno ben sperare i 3,5 miliardi di nuovi contratti che partiranno in Italia nel corso di quest’anno. I ricavi sono stati sostenuti dal buon andamento dei mercati esteri, come Romania, Polonia, Russia e Turchia, ma i più bassi margini di profitto garantiti dai progetti in queste regioni hanno impattato sull’Ebitda del gruppo, sceso dal 12,8% all’11,6%.
Il gruppo industriale ha mostrato negli ultimi anni una redditività del capitale stabile e su buoni livelli, ma comunque non sufficiente, in base alle nostre stime, a evidenziare una posizione di vantaggio all’interno del settore (Economic moat). Quello che invece colpisce positivamente è la capacità mostrata nel mantenere l’indebitamento stabile rispetto allo scorso anno (790 milioni) e su livelli inferiori ai target fissati a inizio esercizio oltre le aspettative (900 milioni).
Obiettivo taglio del debito
Astaldi ha tra i suoi obiettivi quello di migliorare la posizione finanziaria e già per quest’anno è prevista la cessione delle sue partecipazioni nelle concessioni. In molti, inoltre, ipotizzano l’ingresso nel capitale di nuovi soci e l’approvazione da parte dell’assemblea degli azionisti del voto maggioritario, che favorisce la presenza in società di partner stabili, è un indizio che va in quella direzione.
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