Yum Brands non teme la Cina

Il gruppo americano ha pagato con un calo delle vendite il coinvolgimento in uno scandalo alimentare, ma il paese del Dragone continuerà a essere uno dei principali driver della crescita di lungo periodo. 

Francesco Lavecchia 21/04/2015 | 11:00
Facebook Twitter LinkedIn

Yum Brands coniuga vantaggio competitivo a valutazioni ancora convenienti. Grazie a marchi di valore e a elevate economie di scala, il gruppo americano riesce a mantenere una redditività del capitale superiore alla media (Economic Moat).

Sul mercato il titolo resta scambiato su valori inferiori al nostro fair value (che è pari a 88 dollari per azione).  Il settore della ristorazione è estremamente concorrenziale poiché non presenta delle reali barriere all’ingresso di nuovi operatori e non vi sono dei costi di switch,  nel senso che i clienti non devono sopportare degli oneri (né monetari, né di tempo) per cambiare un ristorante con un altro concorrente.

I segreti del successo
Yum Brands è proprietario di alcune delle catene di ristorazione più riconosciute al mondo, come KFC, Pizza Hut e Taco Bell. Questo le permette non solo di caricare sui propri prodotti un mark-up più elevato, ma le dà la possibilità di assicurarsi le location migliori per i suoi ristoranti e di esercitare un certo potere contrattuale nei confronti dei fornitori. 

La strategia dell’azienda di differenziare i menu in base ai gusti e alle tradizioni locali le ha permesso, inoltre, di aumentare il rapporto di fidelizzazione della clientela e di replicare il successo delle catene di ristorazione a tutte le latitudini. La divisione cinese ha pagato con un significativo calo delle vendite negli ultimi anni il coinvolgimento in uno scandalo legato alla fornitura di carne, ma i nostri analisti non mettono in discussione le potenzialità di crescita del gruppo nel paese del Drago.

Le previsioni degli analisti
“Siamo ottimisti sul potenziale a lungo termine di Yum Cina poiché può contare su un’estesa rete di distribuzione e su un team di sviluppo locale”, dice R.J. Hottovy analista azionario di Morningstar. “Stimiamo che nel 2015 possa registrare una crescita dei punti vendita a un tasso superiore al 5% e un progresso delle vendite nei negozi con almeno 12 mesi di vita(comparable stores) attorno al 2%.

Un progresso di questo tipo permetterà al gruppo di centrare l’obiettivo di lungo termine di un margine operativo della divisione Cina pari al 20%”. La maggior concorrenza nel settore della ristorazione e la flessione dei consumi delle famiglie nei paesi emergenti peseranno sul fatturato di Yum Brands nel 2015, che nonostante questo registrerà comunque una crescita del 7%. Mentre nei successivi quattro, i nostri analisti si aspettano un progresso medio superiore all’8% e la stabilizzazione dell’Ebitda sopra quota 21%.  

 

Per leggere l'analisi completa su Yum Brands clicca qui. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Yum Brands Inc135,27 USD0,78Rating

Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures