Profitti in aumento, tassi di interesse in crescita e pochi prodotti rischiosi in portafoglio. Sono questi, secondo gli analisti di Morningstar, i principali elementi che rendono interessante un investimento nei titoli assicurativi americani. A patto, aggiungono, di orientarsi sui nomi di migliore qualità.
“Gli investitori, quando si muovono in questo comparto, spesso fanno l’errore di concentrarsi solo sulle tariffe delle polizze per capire quanto guadagnano le società”, spiega Brett Horn, analista di Morningstar. “In realtà la storia dimostra che i loro utili sono condizionati anche da altri elementi”.
Da dove vengono i profitti
Il segmento assicurativo, per sua natura è molto volatile, visto che il suo compito principale, di fatto, è di fare da cuscinetto per eventi inattesi che possono colpire i suoi clienti. Per questo l’industria può andare incontro a periodi di scarsi guadagni alternati ad altri di utili in crescita. Tutte fasi che possono essere materialmente influenzate da, ad esempio, catastrofi naturali o ampi movimenti nei mercati finanziari. “In sostanza, i profitti delle società assicurative dipendono solo in parte dalle tariffe che applicano”, dice Horn. “Gli altri elementi da tenere in considerazione sono: i tassi di interesse, che condizionano i rendimenti dei portafogli di investimento delle compagnie; l’inflazione, che può condizionare il peso dei risarcimenti; la frequenza e la portata delle catastrofi naturali e non, che aggiungono un elemento di imprevedibilità all’andamento degli utili”.
Va detto che, alcuni di questi elementi, possono essere controllati più agevolmente di altri. “I portafogli di partecipazioni, ad esempio, oggi contengono asset più sicuri di quelli che avevano durante la crisi del 2007-2009”, continua l’analista. “Queste operazioni di pulizia li hanno resi meno sensibili agli umori delle piazze finanziarie”. In generale, le società assicurative coperte dalla ricerca Morningstar negli ultimi 10 anni hanno prodotto Roe (Return on equity, una misura della profittabilità) che vanno dal 14 al 16% a secondo del segmento in cui operano.
Le scelte operative
Dal punto di vista operativo, secondo Horn, la scelta migliore è quella di orientarsi verso i nomi di migliore qualità in termini di Economic moat (così Morningstar definisce il vantaggio competitivo). “Società come Ace, Chubb, Travelers e WR Berkley riescono a stare un passo davanti alla concorrenza grazie alla specializzazione che hanno raggiunto in determinate aree che richiedono una grande esperienza e un rapporto particolare con i clienti. Le quote di mercato di società come Progressive, invece, sono più facilmente attaccabili dalla concorrenza”.
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