Il bello di essere (molto) piccole

Le microcap possono aiutare la diversificazione e dare dividendi interessanti. Ma il lavoro di ricerca prima di metterle in portafoglio deve essere rigoroso. 

Marco Caprotti 03/06/2015 | 13:05
Facebook Twitter LinkedIn

Da 300 milioni di dollari a 1,5 miliardi. È questa la forchetta di capitalizzazione di mercato delle cosiddette microcap, piccole società che, dicono gli operatori, sono interessanti per gli investitori che vanno a caccia delle inefficienze del mercato. “Queste aziende rilasciano poche informazioni alla platea degli investitori e sono poco seguite dagli analisti”, spiega uno studio firmato da Laura Gerlitz e Jared Whatcott, gestori di Wasatch International, società americana specializzata nel segmento delle piccole e medie aziende. “Andare a caccia di queste aziende a livello internazionale – compresi i mercati emergenti e di frontiera – spesso permette di scovare società di buona qualità che il mercato non ha ancora scoperto e che, per questo, hanno ancora buone valutazioni. E, per definizione, le società acquistate a  buon prezzo sono quelle che hanno il miglior potenziale di rendimento. A patto, però, che si abbia la pazienza di essere investitori di lungo periodo, capaci di attendere che il resto del mercato gradualmente scopra le prospettive dell’azienda”.

Dividendi e correlazione
Un elemento da non sottovalutare è quello dei dividendi. A differenza delle microcap americane, famose per la cedola bassa, molte piccole aziende in giro per il mondo sono molto generose con i soci. “Questo perché molte di queste società sono leader in mercati di nicchia e hanno profitti molto buoni”, continua lo studio. “Il controllo azionario, inoltre, spesso è in mano al fondatore dell’azienda che, di solito, arrotonda i suoi guadagni con cedole generose”.

Ma, al di là delle valutazioni e dei potenziali rendimenti, diversificare nelle microcap sembra poter fornire un’allocazione di portafoglio che diminuisce la cosiddetta correlazione (il fenomeno per cui l’andamento di un mercato o di un segmento ne condiziona un altro) e, di conseguenza, la volatilità. “In generale, la performance delle azioni nei mercati sviluppati tende a muoversi nella stessa direzione”, dice lo studio. “Questo fenomeno è meno pronunciato nei paesi emergenti e di frontiera. Mischiando titoli delle aree developed con quelli delle zone emerging, di solito, si riesce ad abbassare la correlazione e la volatilità. Gli studi dimostrano che questi due fattori di riducono ulteriormente inserendo in portafoglio delle microcap”.

Le scelte operative
Certo, a causa delle poche informazioni disponibili, rispetto ad esempio alle blue chip, il processo di selezione delle aziende da acquistare deve essere molto rigoroso. Il suggerimento dei gestori è quello di raccogliere sufficienti informazioni per rispondere a una serie di domande. Ad esempio: i numeri di bilancio sono reali o sono frutto di manipolazioni? Oppure: qual è il livello di corporate governance? E ancora: le performance finanziarie in passato sono state stabili o hanno mostrato preoccupanti alti e bassi. Inoltre: qual è il fabbisogno di capitale della società? “La regola generale dice che: più piccola è l’azienda e meno è sviluppato il suo mercato, maggiori sono il lavoro di ricerca che bisogna fare e la dose di scetticismo necessario per analizzare i dati”, spiega il report.

Fra i segmenti più seguiti dalla società di gestione c’è quello dei beni di consumo, anche perché è quello più direttamente correlato alle prospettive di crescita economica delle diverse regioni in cui le aziende operano. I nomi più pesanti in portafoglio sono BreadTalk Group (Singapore), Famous Brands (Sudafrica) e Kusuri No Aoki (Giappone). 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

LEGGI ALTRI ARTICOLI SU
Facebook Twitter LinkedIn

Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Famous Brands Ltd6.761,00 ZAC3,02
Kusuri No Aoki Holdings3.361,00 JPY1,76

Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures