Da 300 milioni di dollari a 1,5 miliardi. È questa la forchetta di capitalizzazione di mercato delle cosiddette microcap, piccole società che, dicono gli operatori, sono interessanti per gli investitori che vanno a caccia delle inefficienze del mercato. “Queste aziende rilasciano poche informazioni alla platea degli investitori e sono poco seguite dagli analisti”, spiega uno studio firmato da Laura Gerlitz e Jared Whatcott, gestori di Wasatch International, società americana specializzata nel segmento delle piccole e medie aziende. “Andare a caccia di queste aziende a livello internazionale – compresi i mercati emergenti e di frontiera – spesso permette di scovare società di buona qualità che il mercato non ha ancora scoperto e che, per questo, hanno ancora buone valutazioni. E, per definizione, le società acquistate a buon prezzo sono quelle che hanno il miglior potenziale di rendimento. A patto, però, che si abbia la pazienza di essere investitori di lungo periodo, capaci di attendere che il resto del mercato gradualmente scopra le prospettive dell’azienda”.
Dividendi e correlazione
Un elemento da non sottovalutare è quello dei dividendi. A differenza delle microcap americane, famose per la cedola bassa, molte piccole aziende in giro per il mondo sono molto generose con i soci. “Questo perché molte di queste società sono leader in mercati di nicchia e hanno profitti molto buoni”, continua lo studio. “Il controllo azionario, inoltre, spesso è in mano al fondatore dell’azienda che, di solito, arrotonda i suoi guadagni con cedole generose”.
Ma, al di là delle valutazioni e dei potenziali rendimenti, diversificare nelle microcap sembra poter fornire un’allocazione di portafoglio che diminuisce la cosiddetta correlazione (il fenomeno per cui l’andamento di un mercato o di un segmento ne condiziona un altro) e, di conseguenza, la volatilità. “In generale, la performance delle azioni nei mercati sviluppati tende a muoversi nella stessa direzione”, dice lo studio. “Questo fenomeno è meno pronunciato nei paesi emergenti e di frontiera. Mischiando titoli delle aree developed con quelli delle zone emerging, di solito, si riesce ad abbassare la correlazione e la volatilità. Gli studi dimostrano che questi due fattori di riducono ulteriormente inserendo in portafoglio delle microcap”.
Le scelte operative
Certo, a causa delle poche informazioni disponibili, rispetto ad esempio alle blue chip, il processo di selezione delle aziende da acquistare deve essere molto rigoroso. Il suggerimento dei gestori è quello di raccogliere sufficienti informazioni per rispondere a una serie di domande. Ad esempio: i numeri di bilancio sono reali o sono frutto di manipolazioni? Oppure: qual è il livello di corporate governance? E ancora: le performance finanziarie in passato sono state stabili o hanno mostrato preoccupanti alti e bassi. Inoltre: qual è il fabbisogno di capitale della società? “La regola generale dice che: più piccola è l’azienda e meno è sviluppato il suo mercato, maggiori sono il lavoro di ricerca che bisogna fare e la dose di scetticismo necessario per analizzare i dati”, spiega il report.
Fra i segmenti più seguiti dalla società di gestione c’è quello dei beni di consumo, anche perché è quello più direttamente correlato alle prospettive di crescita economica delle diverse regioni in cui le aziende operano. I nomi più pesanti in portafoglio sono BreadTalk Group (Singapore), Famous Brands (Sudafrica) e Kusuri No Aoki (Giappone).
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.