I mercati emergenti promettono di spingere le vendite di Nissan anche nei prossimi anni, ma il mercato resta timido sul titolo della casa giapponese. Al momento le azioni del gruppo sono scambiate attorno ai 20 yen, a un tasso di sconto di circa il 15% rispetto fair value elaborato da Morningstar che è pari a 24 yen.
La strategia dell’azienda per rispondere alla crescente domanda in queste regioni è quella di espandere l’offerta di autovetture nel segmento A (mini cars) attraverso gli investimenti negli stabilimenti in Tailandia e India e la collaborazione con l’indiana Bajaj per la produzione di un veicolo ultra low cost. L’acquisto del 74% del capitale di AvtoVAZ, il primo produttore di auto in Russia, risponde invece all’esigenza di guadagnare terreno in un altro mercato in forte crescita.
Nissan, inoltre, è stato il primo produttore mondiale ad aver investito nella produzione di auto elettriche. Questo le garantisce una posizione di vantaggio, per quanto temporanea, in questo segmento. Ma, al tempo stesso, costituisce uno dei rischi maggiori per l’azienda: gli investimenti fin qui fatti si tradurranno inevitabilmente in perdite nel caso in cui non dovesse concretizzarsi la domanda da parte dei consumatori.
Le stime degli analisti
Gli analisti di Morningstar stimano per i prossimi cinque anni un tasso medio di crescita del fatturato del 4,1%, anche grazie all’indebolimento della valuta giapponese e alla ripresa delle vendite in Cina, Europa e Giappone e ipotizzano un margine operativo stabile attorno al 6%. L’azienda dimostra una grande abilità nel contenimento dei costi, frutto dell’elevata leva operativa garantita dagli elevati volumi di produzione.
Il connubio Nissan-Renault (con la prima che detiene il 15% del capitale della casa francese e la seconda che ha una partecipazione del 43,4% in quello della società nipponica) è nato per rispondere alle esigenze di entrambe e ora rappresenta una delle poche alleanze di successo nella storia del settore auto. Renault aveva bisogno di espandersi a livello globale, mentre l’azienda giapponese era a un passo dalla bancarotta.
Le due anime del gruppo coesistono bene e sono molto collaborative tra di loro. La prova di ciò è stata fornita dallo Tsunami che ha colpito il Giappone nel marzo 2011. Nissan è riuscito prima dei suoi competitor Toyota e Honda a ripristinare i normali livelli di produzione ed è stata tra le case giapponesi quella che ha registrato il minor impatto sui volumi prodotti in quell’anno.
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