Seduta negativa per le Borse europee. Nuovi minimi sono stati toccati dopo le indiscrezioni secondo cui il ministro delle finanze greco, Euclid Tsakalotos, si sarebbe presentato all'avvio dei lavori dell'Eurogruppo senza una reale nuova proposta di accordo. Per domani, ha detto il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Disselbloem, l’organismo aspetta di ricevere la lettera del governo greco con la quale viene chiesto di aprire un processo negoziale per ottenere un prestito (due o quattro anni) dall'European Stability Mechanism, il fondo Salva-stati della zona euro. La tempistica è importante. Entro il 20 luglio Atene deve rimborsare alla Bce 3,5 miliardi di euro e, soprattutto, ha bisogno di garantirsi che il rubinetto della liquidità della Banca centrale europea resti aperto. La procedura prevede che l'Eurogruppo, ricevuta la lettera, dia mandato alla Commissione per fare la sua valutazione tecnica in associazione con la Bce. Se necessario sarà coinvolto anche il Fondo monetario internazionale. La scorsa settimana, il premier greco, Alexis Tsipras, aveva parlato di un prestito di una trentina di miliardi per due anni.
A Milano, dove l’indice Ftse/Mib ha segnato -2,97%, ha brillato Fca dopo che il presidente John Elkann ha rilanciato l'ipotesi di un'alleanza con GM. Su anche Telecom Italia e A2A. Realizzi invece sui petroliferi dopo il crollo del greggio di ieri. Giù anche il lusso. St ha pagato l'andamento in controtendenza di ieri.
New York negativa
Wall Street viaggia in modo incerto con gli investitori che sposano un atteggiamento attendista. Si monitorano da un lato gli sviluppi della crisi greca, dall'altro l'azionario cinese in caduta libera. Mentre i creditori Ue vogliono da Atene proposte concrete. Un peggioramento della situazione potrebbe portare la Federal Reserve a posticipare il primo rialzo dei tassi dal 2006. Domani i verbali della riunione dello scorso giugno potrebbero gettare luce sull'approccio della Banca centrale Usa. Quanto alla Cina dopo la chiusura in calo di ieri molte aziende sono state sospese dalle contrattazioni congelando un quinto dell'azionario cinese. Resta da capire se la crisi contagerà l'economia reale di Pechino.
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