La trimestrale di Burberry non tradisce le attese, ma alle attuali quotazioni di mercato gli analisti di Morningstar suggeriscono di mantenere un atteggiamento prudente sul titolo.
Le azioni del gruppo britannico sono scambiate attorno alle 16 sterline, a un tasso di sconto marginale rispetto al fair value di Morningstar che resta fermo a 17 sterline.
La lettura preliminare dei dati sulle vendite dei primi tre mesi ha evidenziato un progresso del fatturato dell’8% (+10% a cambi costanti). La notizia positiva è che i ricavi dei comparable store (negozi con almeno 12 mesi di vita) ha dato il maggior contribuito a questo incremento, a testimonianza dell’aumento del traffico di clienti, mentre la crescita dello spazio espositivo ha pesato per il 2%.
Hong Kong e Macao continuano a soffrire
L’area EMEAI (Europa, Medio Oriente, Africa e India) ha beneficiato dell’inizio della stagione turistica nelle maggiori capitali europee, realizzando un progresso dei ricavi in doppia cifra, mentre Hong Kong e Macao continuano a soffrire il calo dei visitatori. Le tensioni politiche e i provvedimenti anti-corruzione adottati dal Governo di Pechino stanno penalizzando queste due località, come evidenziato dalla caduta delle vendite del 10% rispetto allo scorso anno.
I dati delle ultime trimestrali evidenziano un cambiamento delle abitudini di acquisto dei cinesi, anche in ragione dei nuovi provvedimenti normativi. Ma, a differenza di altri brand del lusso, Burberry continua a crescere a un tasso del 2-3%.
Outlook confermato
La società, che ha confermato l’outlook per il 2015 (+20 milioni di utili netti rispetto allo scorso anno), sta proseguendo il suo piano di espansione della rete di negozi monomarca in maniera oculata e ha recentemente iniziato a controllare direttamente il mercato giapponese (che fino a giugno scorso è stato gestito attraverso contratti di licenza). Burberry, inoltre, continua a portare avanti con successo la sua strategia di marketing e vendita attraverso il canale digitale e questo, secondo gli analisti di Morningstar, è uno dei cardini su cui poggia il suo vantaggio competitivo all’interno del settore del lusso (Economic Moat).
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