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Il restyling di Google piace al mercato

Il gruppo americano ha approvato una riorganizzazione della struttura che porterà la holding Alphabet a sostituire Big G sul Nasdaq. Il titolo guadagna oltre il 4%, ma resta a sconto rispetto al fair value Morningstar.  

Francesco Lavecchia 12/08/2015 | 09:51
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Google cambia faccia e il titolo balza in Borsa del 4,2%. Al momento le azioni di Big G continuano a essere scambiate a prezzi inferiori rispetto al fair value di Morningstar, ma il margine di sconto è limitato e gli analisti raccomandano prudenza.

L’annuncio è di quelli importanti: la nuova holding Alphabet sostituirà Google sul Nasdaq, mentre Big G diventerà una controllata del gruppo, guidata dal nuovo CEO Sundar Pichai (che in precedenza ha ricoperto il ruolo di Vice Presidente Senior) e al cui interno saranno gestiti i prodotti come Search, Android, Crome, YouTube e altre applicazioni.

Alphabet raggrupperà anche le attività come Nest, Fibra, Google X e altre partecipazioni aziendali. Larry Page e Sergey Brin (co-fondatori del gruppo) saranno rispettivamente Amministratore Delegato e Presidente della holding e non ricopriranno più i ruoli operativi nella controllata Google. Mentre a Ruth Porat sarà affidata la carica di CFO di Alphabet e Google.

Più valore per gli azionisti
“Crediamo che tale operazione vada nell’interesse degli investitori poiché negli ultimi tempi la mancanza di trasparenza della società ha limitato, a nostro avviso, le possibilità di crescita del titolo Google”, dice Rick Summer analista azionario di Morningstar. “Gli azionisti, tuttavia, continueranno a detenere gli stessi asset anche dopo la riorganizzazione, prevista per fine anno, ed è per questo che abbiamo deciso di mantenere invariato il fair value a quota 715 dollari”

Il vero vantaggio di questa operazione è che ora i risultati di Google saranno riportati in conti separati. In questo modo gli investitori saranno in grado di valutare meglio la forza del core business del gruppo e al tempo stesso di misurare i miglioramenti delle attività secondarie (come Nest o Google X), che fino ad ora hanno compresso i margini operativi di Big G.

Grazie alla nuova struttura, inoltre, la società avrà maggiore flessibilità nel realizzare nuove acquisizioni e altre operazioni che possono creare valore per gli azionisti (come IPO, spin-off o dismissioni).

 

Per leggere l'analisi completa su Google clicca qui.

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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