La Borsa punisce la deludente trimestrale di Lenovo. Rispetto ai primi tre mesi dello scorso anno (l’esercizio fiscale della società si chiude a marzo), il fatturato è salito solo del 3%, mentre l’utile operativo è calato del 67% (al di sotto delle attese degli analisti). Il titolo del gruppo cinese cede ora sul listino Hang Seng oltre il 5% della sua capitalizzazione di mercato ed è scambiato a un tasso di sconto del 35% rispetto al fair value Morningstar che è pari a 11 dollari di Hong Kong.
Cosa c'è dietro i numeri
Diversi sono i fattori che hanno determinato questi risultati: in cima alla lista c’è la forte debolezza della domanda di PC, a cui si aggiungono le difficoltà di Lenovo nel guadagnare posizioni sul mercato degli smartphone e il negativo andamento del tasso di cambio, al netto del quale i ricavi sarebbero cresciuti del 10%.
Le spedizioni di PC sono calate del 7,1%. Questo risultato, che è il peggiore da molti anni a questa parte (anche se vale all’azienda cinese una quota di mercato record del 20,6% nel primo trimestre), è motivato anche dall’attesa per l’uscita di Windows 10, che ha fatto slittare le ordinazioni di nuovi personal computer. Le vendite di smartphone hanno registrato un forte rallentamento (+11,6% rispetto al +26% registrato nello stesso periodo dello scorso anno), riducendo la quota di mercato di Lenovo dal 7% al 4,8%.
Le previsioni degli analisti
“La società ha annunciato misure per migliorare l’efficienza operativa, tra cui anche il taglio di oltre 3.000 unità (pari al 5% della forza lavoro totale). Questo le consentirà un risparmio di circa 650 milioni di dollari americani nel secondo semestre dell’esercizio e, una volta a regime, di 1,35 miliardi ogni anno”, dice Dan Baker analista azionario di Morningstar. “Lenonvo dovrà, però, sostenere spese di ristrutturazione per 600 milioni e ridurre le rimanenze di magazzino di smartphone.
Tutto questo le costerà altri 300 milioni che saranno addebitati sul conto economico di quest’anno. Per queste ragioni ci aspettiamo un calo del risultato netto di oltre il 90% rispetto al 2015, mentre nei quattro anni successivi (nei quali non sono previsti oneri straordinari) l’utile tornerà a normalizzarsi attorno a 1,2 miliardi di dollari anche grazie a una crescita media del fatturato dell’1,3%”.
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