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Kering ha del talento inespresso

Il gruppo francese paga un gap in termini di profittabilità rispetto ai competitor, ma la crescita del segmento del lusso nel medio/lungo termine dovrebbe migliorare i margini. Il titolo è scontato del 20% rispetto al fair value di Morningstar.   

Francesco Lavecchia 25/08/2015 | 12:26
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Kering ha del potenziale inespresso e alle attuali quotazioni di mercato risulta una delle migliori idee di investimento nel comparto del lusso in ottica di medio/lungo termine. Il titolo ha ceduto oltre il 10% nell’ultimo mese e ora è scontato del 20% rispetto al fair value di 186 euro.

Il gruppo francese produce e distribuisce prodotti di alta gamma attraverso i brand Gucci, Bottega Veneta e Yves Saint Laurent, ed è attivo anche nel settore sportswear grazie al marchio Puma. Storicamente la società ha sempre mostrato rendimenti del capitale inferiori a quelli dei principali competitor e questo a causa del minor peso del segmento del lusso sul fatturato complessivo. Sebbene esso rappresenti più dell’80% del reddito operativo, frutta appena due terzi delle vendite totali.

Le previsioni degli analisti 
“Ci aspettiamo che nei prossimi dieci anni i ricavi generati dai brand di alta gamma possano crescere ad un ritmo medio del 5%, raggiungendo entro il 2022 la quota del 70% sul giro d’affari complessivo del gruppo”, dice Paul Swinand analista azionario di Morningstar. “Anche nella seconda metà dell’anno le vendite continueranno a beneficiare del favorevole andamento del tasso di cambio, mentre nel lungo termine il principale driver della crescita saranno i mercati asiatici e in particolare la Cina. I consumi in beni di alta gamma, nel paese del Dragone, saliranno a ritmi meno incalzanti che in passato, quando erano sostenuti dal boom immobiliare, ma saranno comunque più elevati rispetti alle altre aree geografiche”.

Il segmento dell’abbigliamento sportivo e life-style, che nello stesso periodo è visto in crescita a un tasso del 2%, continuerà a pesare sui margini di profitto del gruppo francese. Gli sforzi per rafforzare l’immagine del marchio Puma hanno prodotto dei risultati, ma il gap nei confronti dei leader del settore Nike e Adidas è ancora ampio.

“In base alle nostre stime, l’Ebit della società (utile operativo/totale ricavi) dovrebbe salire di circa 300 punti base nei prossimi cinque anni, ma senza riuscire a superare la soglia del 19%, mentre il rendimento del capitale dovrebbe portarsi attorno all’11%. Il divario con i leader del settore resterebbe comunque significativo, ma il potenziale inespresso di Kering deve essere visto come un’opportunità di lungo termine”, conclude Swinand. 

 

Per leggere l'analisi completa su Kering clicca qui.

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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