Fondi, le utility non vanno a braccetto con l’energia

PORTAFOGLI ROBUSTI. Abbiamo calcolato i coefficienti di correlazione tra i principali settori azionari a uno, tre e cinque anni, aggiornati a fine luglio.

Valerio Baselli 26/08/2015 | 10:29
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L’abc della finanza ci dice che per abbassare il rischio complessivo del proprio portafoglio bisogna diversificare gli investimenti, il che significa in sostanza possedere strumenti che si muovono in maniera indipendente l’uno dall’altro. Abbiamo già trattato il tema della correlazione tra diverse categorie di fondi (clicca qui per leggere), ma volendo si può fare un passo in più.

Infatti, oltre alla diversificazione per asset class (azioni, obbligazioni, materie prime, liquidità), si può diversificare per settore. L’azionario, ad esempio, è una classe d’attivo molto ampia, composta da investimenti anche parecchio diversi tra loro. In particolare, i sotto-segmenti vengono classificati a seconda della capitalizzazione della società (large cap, mid cap e small cap), del mercato di riferimento (paesi sviluppati o mercati emergenti) e soprattutto del settore economico di cui fa parte l’azienda (industriale, finanziario, energetico, ecc.).

È importante avere un’idea di come i vari settori economici rappresentati dalla propria esposizione azionaria si influenzino a vicenda, in modo da evitare di investire in strumenti che sono soggetti a movimenti molto simili. Guardando i dati sottostanti, ad esempio, si nota che nell’ultimo anno il settore beni e servizi di consumo discrezionali e i titoli tecnologici hanno segnato una correlazione dello 0,9. Al contrario, le utility (servizi di pubblica utilità) hanno registrato una correlazione leggermente negativa (-0,07) con i titoli energetici.

Cosa significa? Il coefficiente di correlazione è un parametro che misura in che modo la performance di uno strumento influenzi l’andamento di un altro. Varia tra -1 e +1. Un coefficiente pari a 0 indica che non vi è alcuna relazione tra le performance dei due settori. Un coefficiente pari a 1 significa che c'è una correlazione positiva perfetta, il che significa che i due indici si muovono assieme, se uno sale del 10%, lo fa anche l’altro, e viceversa. Ovviamente, in caso di perfetta correlazione negativa (uguale -1) il rapporto è inverso: se il primo sale del 10%, il secondo perde il 10%.

Calcolare il coefficiente di correlazione del proprio portafoglio è un esercizio piuttosto complesso. Per avere un’idea di ordine generale, che comunque può già essere molto utile a evitare eventuali sovrapposizioni, abbiamo calcolato i coefficienti di correlazione dei 15 principali settori azionari, a uno, tre e cinque anni. Per intrerpretare le tabelle, che verranno aggiornate mensilmente, si possono seguire i colori: più la casella tende al verde, più la correlazione sarà elevata; al contrario, più la casella tende al rosso, più il coefficente sarà negativo.

I settori azionari oggetto dell’analisi sono elencati di seguito. I numeri corrispondono a quelli che appaiono nelle tabelle.

  1. Azionari Settore Metalli Preziosi
  2. Azionari Settore Biotecnologia
  3. Azionari Settore Beni e Servizi di Consumo Discrezionali
  4. Azionari Settore Beni e Servizi di Largo Consumo
  5. Azionari Settore Energia
  6. Azionari Settore Servizi Finanziari
  7. Azionari Settore Salute
  8. Azionari Settore Tecnologia
  9. Azionari Settore Beni Industriali
  10. Azionari Settore Comunicazioni
  11. Azionari Settore Servizi di Pubblica Utilità
  12. Azionari Settore Agricoltura
  13. Azionari Settore Energie Alternative
  14. Azionari Settore Infrastrutture
  15. Azionari Settore Risorse Naturali

 

Coefficienti di correlazione a un anno (dati mensili)

Coefficienti di correlazione a tre anni (dati mensili)

Coefficienti di correlazione a cinque anni (dati mensili)

 

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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