I mercati di frontiera non reggono all’ondata di vendite sulle Borse internazionali delle ultime settimane. Nel mese di agosto l’indice Msci Frontier Market NR USD ha ceduto circa il 7% (rendimenti calcolati in euro) e questo ha finito per pesare sulla performance da inizio anno, pari a -4,80%. Nonostante tutto, però, non perdono il loro fascino.
Dove sta la forza
Secondo le rilevazioni di Morningstar i paesi di frontiera negli ultimi 10 anni hanno fatto meglio di quelli emergenti per sei volte. “Il merito va a una serie di elementi fondamentali specifici dei singoli paesi, uniti alle caratteristiche delle azioni presenti sui loro listini”, dice Patricia Oey, analista di Morningstar. Gli stati della zona saudita, ad esempio, stanno approfittando della forte presenza nelle loro piazze finanziarie di banche e società immobiliare che stanno cavalcando la crescita degli investimenti nelle infrastrutture e nella ripresa del real estate. Il Kenia (la maggiore economia della zona est dell’Africa), invece, può contare su società con una grande capitalizzazione, ben gestite e con prospettive di crescita solida.
Il caso dell’Argentina
Un discorso a parte va fatto per l’Argentina che, da sola, rappresenta il 6% della capitalizzazione dell’indice Msci dedicato alla frontiera. Il paese fa parte del G20 e, dalla Banca Mondiale, è considerato ad alto reddito personale. Ma, a causa del fallimento della sua politica economica, viene annoverato fra gli stati non ancora emergenti. L’atteggiamento, però, sta cambiando. Ftse, ad esempio, ha deciso di toglierlo dai suoi panieri dedicati ai mercati di frontiera. Nel frattempo il suo mercato azionario è entrato nelle grazie degli investitori, guadagnando, in 12 mesi, quasi il 36%. “Una spiegazione è che gli operatori locali abbiano iniziato ad acquistare equity come protezione contro l’inflazione”, spiega Oey. “Un'altra possibilità è che stia aumentando la fiducia verso una serie di riforme che stabilizzeranno l’economia del paese”. Un fenomeno, quest’ultimo, che è già stato registrato in occasione di altri rally come quelli in India e in Indonesia. Molti argentini, tra l’altro, si buttano sul mercato azionario perché è un buon sistema per avere dollari americani. Diverse aziende, infatti, sono quotate anche New York tramite gli Adr (American depositary receipt). In questo modo si possono acquistare titoli sulla piazza domestica e vendere i certificati intascando valuta Usa.
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