Philips spegne la luce

Positiva la decisione di dismettere il business dell’illuminazione, ma il mercato non valuta adeguatamente le potenzialità del gruppo nel settore medicale. 

Francesco Lavecchia 15/09/2015 | 12:18
Facebook Twitter LinkedIn

La decisione di Royal Philips (PHIA) di concentrarsi sul business dell’healthcare promette di premiare gli azionisti, ma il mercato non valuta adeguatamente la leadership del gruppo olandese nel settore e sconta il titolo del 25% rispetto al fair value Morningstar.

Nel corso degli anni (e attraverso numerose acquisizioni), PHIA ha allargato il suo raggio d’azione dal business dell’illuminazione a quello dei beni di consumo e delle apparecchiature mediche, ma ora ha deciso di razionalizzare le attività.

Il mercato dei prodotti di illuminazione al Led è cambiato in seguito all’ingresso di nuovi competitor, i margini di profitto si sono ridotti e Philips ha ceduto il ramo d’azienda, fatta eccezione per il business dei sistemi di illuminazione professionali.

Philips punta sul settore health care
Il prossimo passo sarà lo spin-off di quest’ultimo in una nuova società che dovrebbe debuttare in Borsa nel 2016 e la conseguente combinazione delle divisioni healthcare e beni di consumo. “La nostra opinione sulla strategia del gruppo è positiva, poiché garantisce un’allocazione del capitale più efficiente e promette di spingere la profittabilità del gruppo”, dice Jeffrey Vonk, analista azionario di Morningstar. La leadership nel settore healthcare, che rappresenta poco meno del 50% del suo fatturato, garantisce a Philips una redditività del capitale superiore alla media dei suoi competitor (Economic moat).

Nell’ultimo periodo la divisione ha registrato un rallentamento a causa del consolidamento delle strutture mediche e dell’esigenza di razionalizzare i costi da parte delle amministrazioni, ma continua a essere estremamente redditizio anche grazie alla struttura oligopolistica del comparto, dominato da General Electrics, Siemens e appunto Philips.

La strategia dell’azienda olandese, che fornisce ai centri ospedalieri strumenti per la diagnosi e la cura di malattie, è quella di mantenere strette relazioni con i suoi clienti, anche attraverso il training del personale nell’utilizzo delle strumentazioni e questo riduce le probabilità di essere sostituito da un diverso fornitore (i cosiddetti costi di switch).

“In base alle nostre previsioni, che indicano una crescita media del fatturato del 3% nei prossimi cinque anni e un miglioramento del margine Ebit dal 2,2% del 2014 al 10% nel 2019, stimiamo un fair value pari a 30 euro”, conclude Vonk.

 

Per leggere l'analisi completa su Royal Philips clicca qui.  

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Koninklijke Philips NV25,31 EUR1,12Rating

Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures