Il crollo del prezzo del greggio ha reso appetibile Carpenter Technology. Da inizio anno il titolo del gruppo industriale americano ha ceduto oltre il 20% della sua capitalizzazione di mercato e ora è scambiato a sconto di circa il 40% rispetto al fair value Morningstar che è pari a 55 dollari per azione.
L'energy pesa per il 13%
La caduta dell’oro nero non sta mettendo alle corde solo le compagnie energetiche, ma anche tutte le società che lavorano nell’indotto. Carpenter Technology produce metalli e leghe per l’industria petrolifera, dei beni di consumo, aerospaziale, medica e dei trasporti. Il mercato ha scontato in maniera eccessiva il negativo impatto della discesa del prezzo del barile, ma il comparto energetico rappresenta poco più del 13% del fatturato, mentre quello aerospaziale frutta oltre il 50% del giro d’affari complessivo del gruppo.
Carpenter Technology produce leghe e metalli dall’elevato valore aggiunto. Oltre a essere resistenti a condizioni ambientali limite (in termini di pressione, calore e corrosione), i suoi prodotti devono rispondere a complesse richieste da parte dei clienti. L’azienda adotta tecnologie avanzate e metodi di produzione difficilmente replicabili. Questi due fattori ostacolano l’ingresso sul mercato di nuovi competitor, rafforzano il potere contrattuale (poiché scoraggiano la decisione dei clienti di passare a un diverso provider) e permettono al gruppo americano di ricavare margini di profitto molto più elevati rispetto alla media del settore industriale (Economic moat).
Le stime degli analisti
“Le nostre previsioni indicano una crescita media del fatturato dell’8% nei prossimi cinque anni grazie alla buona performance del business aerospaziale e della difesa. Il traffico aereo è visto in forte espansione e questo dovrebbe spingere la domanda di nuovi velivoli”, dice Andrew Lane analista azionario di Morningstar. “L’aumento dei volumi di produzione, anche grazie all’apertura del nuovo polo produttivo in Alabama, permetterà anche una significativa espansione del margine operativo dall’attuale 6% al 14% nel 2019”.
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