ABInbev e SABMiler: uniti negli affari (forse) ma divisi in Borsa. Le conferma delle voci di un interessamento da parte del colosso belga alla rivale sudafricana non ha scosso il titolo della prima, che continua a essere scambiato a un tasso di sconto del 15% rispetto al fair value di Morningstar di 112 euro, mentre ha fatto schizzare le azioni della seconda, che ora viaggiano in linea con le stime degli analisti.
I vantaggi dell'accordo
I vantaggi per SAB saranno immediati e dipenderanno da quanto generoso sarà il premio riconosciuto per l’acquisto delle azioni, mentre quelli per ABI saranno visibili nel medio/lungo termine (nelle ultime sedute il mercato ha scontato questa differenza temporale).
“La fusione tra le prime due società del settore promette di creare un gigante dall’elevata profittabilità e dalle buone prospettive di crescita. Il gruppo belga realizzerebbe economie di scala di gran lunga superiori alle attuali, aggiungendo oltre il 60% della sua produzione annua (pari a circa 460 milioni di ettolitri di birra), e guadagnerebbe l’accesso a nuovi mercati come quello africano, dove la crescita della classe media e il processo di urbanizzazione dovrebbero garantire un progresso medio dei ricavi sufficiente a compensare il calo delle vendite nei paesi occidentali”, dice Philip Gorham analista azionario di Morningstar.
“Con l’acquisizione di SABMiller, AbInbev realizzerebbe un significativo risparmio in termini di spese di approvvigionamento e di oneri operativi. Le nostre stime indicano un risparmio di circa un miliardo di dollari entro il 2019, ai quali andrebbero aggiunti i vantaggi derivanti dai minori costi di produzione degli stabilimenti africani”.
Il rischio debito
I timori del mercato sono legati all’ammontare complessivo della spesa, pari a 64 miliardi di sterline nel caso in cui il prezzo di acquisto fosse compreso tra le 39 e le 40 sterline. Se il deal si concludesse in questi termini avrebbe un effetto neutro sul valore delle azioni di ABI (né aumento né riduzione del fair value), ma aumenterebbe in maniera significativa il grado di indebitamento del gruppo (poiché verrebbe finanziato per il 55% con capitale di terzi) e farebbe salire le probabilità di un taglio del dividendo per sopperire alla temporanea contrazione degli utili.
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