Una delle regole di base della finanza è la diversificazione del rischio. L’idea è avere in portafoglio dei componenti che compensino l’eventuale discesa di altri. Perciò, un’allocazione ben diversificata avrà nel medio-lungo periodo una volatilità piuttosto bassa.
La diversificazione non si limita al tipo di asset class. L’azionario, ad esempio, è una classe d’attivo molto ampia, composta da investimenti anche parecchio diversi tra loro. In particolare, i sotto-segmenti vengono classificati a seconda della capitalizzazione della società (large, mid e small cap), del mercato di riferimento (sviluppato o emergente) e soprattutto del settore economico di cui fa parte l’azienda (industriale, finanziario, energetico, ecc.).
È importante avere un’idea di come i vari settori economici rappresentati dalla propria esposizione azionaria si influenzino a vicenda, in modo da evitare di investire in strumenti che sono soggetti a movimenti molto simili. Guardando i dati sottostanti, ad esempio, si nota sorprendentemente che il settore delle energie rinnovabili e i titoli delle aziende di pubblica utilità (le utility) sono passati da una correlazione positiva piuttosto robusta a cinque anni (0,45) a un rapporto negativo nel corso dell’ultimo anno (-0,07). Al contrario, c’è una correlazione storicamente quasi perfetta tra il settore dell’information technology e quello dei beni e servizi di consumo discrezionali (da 0,88 a 0,94), il che conferma ulteriormente l’incidenza dell’innovazione tecnologica in questo campo.
Il coefficiente di correlazione è un parametro che misura in che modo la performance di uno strumento influenza l’andamento di un altro. Varia tra -1 e +1. Un coefficiente pari a 0 indica che non vi è alcuna relazione tra le performance dei due settori. Un coefficiente pari a 1 significa che c'è una correlazione positiva perfetta, il che significa che i due indici si muovono assieme, se uno sale del 10%, lo fa anche l’altro, e viceversa. Ovviamente, in caso di perfetta correlazione negativa (uguale -1) il rapporto è inverso: se il primo sale del 10%, il secondo perde il 10%.
Calcolare il coefficiente di correlazione del proprio portafoglio è un esercizio piuttosto complesso. Per avere un’idea di ordine generale, che comunque può già essere molto utile a evitare eventuali sovrapposizioni, abbiamo calcolato i coefficienti di correlazione dei 15 principali settori azionari, a uno, tre e cinque anni. Per intrerpretare le tabelle, che verranno aggiornate mensilmente, si possono seguire i colori: più la casella tende al verde, più la correlazione sarà elevata; al contrario, più la casella tende al rosso, più il coefficente sarà negativo.
I settori azionari oggetto dell’analisi sono elencati di seguito. I numeri corrispondono a quelli che appaiono nelle tabelle.
- Azionari Settore Metalli Preziosi
- Azionari Settore Biotecnologia
- Azionari Settore Beni e Servizi di Consumo Discrezionali
- Azionari Settore Beni e Servizi di Largo Consumo
- Azionari Settore Energia
- Azionari Settore Servizi Finanziari
- Azionari Settore Salute
- Azionari Settore Tecnologia
- Azionari Settore Beni Industriali
- Azionari Settore Comunicazioni
- Azionari Settore Servizi di Pubblica Utilità
- Azionari Settore Agricoltura
- Azionari Settore Energie Alternative
- Azionari Settore Infrastrutture
- Azionari Settore Risorse Naturali
Fonte: Morningstar Direct
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