Che ci fa Luxottica in un fondo dedicato alla salute? E le lattine in un portafoglio rivolto alle materie prime? Merito della diversificazione, un concetto che piace anche ai gestori specializzati nei singoli settori che, teoricamente, dovrebbero concentrarsi su una sola area di investimento ma che, se il mandato glielo consente, non disdegnano di fare puntate in altri segmenti.
Alcune scelte sono facili da spiegare. Non è raro, ad esempio, vedere fondi dedicati al settore all’healthcare razzolare nel biotech, un segmento affine e che sta diventando sempre più importante, in termini di acquisizioni, per le aziende farmaceutiche tradizionali. L’interesse delle big pharma per questo segmento è giustificato anche dai numeri. Secondo la società di consulenza IMS Health, quello delle cure più innovative è un mercato che, a livello globale, oggi vale 200 miliardi di dollari (metà della spesa viene effettuata negli Stati Uniti).
Una puntata fuori
Più curioso è vedere fondi come il Janus Global Life Sciences E USD Acc (per nominare uno di quelli venduti in Italia) avere porzioni di portafoglio, per quanto piccole, dedicate ai servizi finanziari (0,17%) o ai basic material (0,14%). Ma la tendenza a sconfinare accomuna un po’ tutti i money manager. Nel settore water, ad esempio, il fondo BNP Paribas Aqua P cerca di muoversi lungo tutta la filiera interessata al trattamento delle acque: dalle utility (26,9%), fino ad arrivare ai materiali di base (7,8%). Nel settore ecologia, Pioneer Fds Global Ecology I EUR ND, ad esempio, ha esposizioni nei beni di consumo ciclici (11,4%) e anche nei servizi finanziari (4% circa). Guardando il comparto delle risorse naturali, nel portafoglio di Legg Mason Martin Currie GF Glb Res USD quasi tutto dedicato all’energia e ai materiali di base, spicca il 3,16% investito in Crown Holding, una società specializzata nelle lattine per bibite. Nei finanziari, nel fondo Polar Capital Global Insurance I GBP Acc si fa notare, nonostante la percentuale da albumina, la presenza dei beni di consumo ciclici.
“Ci sono diversi motivi per cui il gestore di un fondo settoriale può decidere di esplorare altri territori”, spiega Francesco Paganelli, fund analyst EMEA di Morningstar. “Magari ha una visione positiva su un segmento particolare e non vuole perderne il rialzo, dando in questo modo una spinta alla performance del suo portafoglio. Oppure pensa che, inserendo un determinato titolo o settore all’interno del suo prodotto, possa controllarne meglio la volatilità. In altre occasioni, poi, lo sconfinamento in altre categorie è solo apparente. Nel comparto ecologia, ad esempio, ci sono fondi che investono anche nel settore finanziario. Ma si orientano su società che, magari, vendono polizze che assicurano contro eventi climatici”.
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