La via del rigore imboccata da Siapem può creare valore nel lungo termine, ma alle attuali quotazioni di mercato conviene mantenere un atteggiamento prudente sul titolo.
Il piano strategico
Il gruppo energetico italiano ha approvato un nuovo piano strategico che prevede un aumento del capitale per 3,5 miliardi di euro. Tali risorse saranno impiegate per la riduzione dell’indebitamento aziendale con l’obiettivo di portare il rapporto Debito/Ebitda a 1,7 (dall’attuale 4,6), di guadagnare il rating di investment grade per le proprie obbligazioni e di abbassare le spese per oneri finanziari.
Saipem ha inoltre alzato da 1,3 miliardi a 1,5 miliardi l’obiettivo relativo al taglio dei costi per il 2017 e questo, in base alle stime del management, dovrebbe far salire in due anni l’utile operativo a 700 milioni e portare il margine Ebit al 6,5% (queste previsioni non tengono conto di possibili incrementi del fatturato). Il gruppo italiano pensa anche a snellire la sua struttura e pianifica la dismissione di asset marginali come l’FPSO (Floating Production, Storage and Offloading, cioè la divisione che si occupa della produzione di gas naturale e petrolio da siti offshore, nonché della loro lavorazione e dello stoccaggio) e il business delle infrastrutture in Italia.
Le previsioni degli analisti
“Le iniziative promosse dall’azienda vanno nella giusta direzione. Saipem non gode di alcun vantaggio competitivo (Economic moat) e opera in un settore fortemente competitivo e indebolito dalle basse quotazioni delle materie prime”, dice Allen Good, analista azionario di Morningstar. “Nei prossimi due anni ci aspettiamo che i ricavi scendano ulteriormente sotto quota 10 miliardi di euro per poi risalire a un tasso medio del 6,6% nei successivi tre esercizi, mentre il margine operativo dovrebbe raggiungere 6,5%. In base a queste previsioni stimiamo un fair value pari a 8,5 euro che vale al titolo Saipem un rating di tre stelle”.
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