Cosa succede a un fondo pensione se utilizza la maggior flessibilità negli investimenti permessa dal DM 166/2014? In uno studio, State Street Global Advisors ha confrontato il portafoglio campione elaborato sulla base dei dati Covip (Commissione di vigilanza sul settore) del 2013 con altre soluzioni che tengono in considerazione le possibilità offerte dalla nuova normativa. In questo secondo caso, la scelta è caduta sulle asset class più liquide ed efficienti sotto il profilo dei costi, quali azionario e obbligazionario dei paesi emergenti, bond ad alto rendimento, materie prime, titoli immobiliari quotati e infrastrutture.
Scenari pre e post 2014
Sono stati elaborati due scenari (pre-post 2014), che si sono tradotti in due differenti frontiere efficienti e tre asset mix: Covip 2013, Mix 1 (stesso rischio del precedente portafoglio, ma con nuove classi di attivo), Mix 2 (più rischioso). Lo studio mostra che gli ultimi due si posizionano sopra la frontiera efficiente del precedente universo investibile. Nel caso del Mix 2, il maggior rendimento implica una più elevata volatilità (deviazione standard).
I tre portafogli sono stati analizzati lungo un intero ciclo di mercato (decennio 2004-2014) e i dati mostrano che l’ampliamento dell’universo di investimento porta a risultati migliori, soprattutto per il Mix 1, sia in termini di performance sia di rischio, inteso come deviazione standard e max drawdown (massima perdita nel periodo). Il ribasso passa da -20% a -15%. L’introduzione di titoli governativi di emittenti globali in valuta locale e di bond emergenti nel 2011 ha mitigato gli effetti della crisi del debito sovrano in Europa (vedi grafico).
Rendimenti annui dei diversi Asset Mix
I fondi si muovono adagio
Come stanno reagendo alla nuova normativa i fondi pensione? Una ricerca empirica, condotta dal centro Baffi Carefin dell’Università Bocconi di Milano (in collaborazione con Generali Investments) su un campione di fondi negoziali rappresentativi dell’85% del patrimonio netto totale di tali forme (dati a inizio 2014), rivela un atteggiamento molto prudente nell’adozione del DM 166/2014. Le interviste ai manager hanno messo in luce che in alcuni casi servono cambiamenti agli statuti e che sono attesi chiarimenti della disciplina in determinati campi, come l’uso dei derivati o il concetto di “efficiente gestione”. Nel breve, dunque, sembra prevalere l’adozione di modelli simili a quelli passati, con l’integrazione di alcune asset class più conosciute, il cui impiego è stato ampliato (ad esempio i titoli dei mercati emergenti).
La ricerca fa emergere la tendenza ad aumentare le competenze della funzione finanziaria, sia con nuovi ingressi sia con il maggior ricorso ad advisor esterni, non solo per la selezione dei gestori, ma anche per la scelta di asset class alternative. Particolare attenzione è riservata alle infrastrutture, dato che il Decreto del Ministero delle finanze del 19 giugno 2015 incentiva, concedendo sgravi fiscali, l’investimento delle casse previdenziali e di altre forme complementari in società che operano in tale settore, purché detenuto per almeno cinque anni.
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