La raccolta netta globale mensile segnata dagli Exchange traded product (Etp) è stata praticamente la stessa di un anno fa: 32,2 miliardi di dollari il mese scorso contro i 32,1 miliardi dell’ottobre 2014. Tuttavia, i flussi da inizio anno sono stati superiori rispetto a 12 mesi fa: 271 miliardi raccolti nei primi dieci mesi del 2015, contro i 239 al 31 ottobre 2014.
A fine mese, i fondi passivi quotati nel mondo erano 5.709 (contro i 5.431 di fine 2014). Questi gestiscono complessivamente un patrimonio pari a 2.970 miliardi di dollari. A dirlo è il consueto report ETF Landscape – Industry Highlights, pubblicato dal BlackRock Investment Institute.
Il 2014 è stato un anno record per l’industria degli Etp, con 330 miliardi di dollari raccolti e un patrimonio gestito al 31 dicembre di quasi 2.800 miliardi. Per registrare un nuovo picco di raccolta, quindi, nei prossimi due mesi i replicanti mondiali devono attirare più di 59 miliardi, una cifra che sembra assolutamente alla loro portata.
Voglia di rischiare
Secondo gli analisti di BlackRock, i flussi nel mese di ottobre sono stati per lo più guidati dalla decisione di settembre della Fed di lasciare inviariati i tassi d’interesse, con un conseguente sentiment più propenso al rischio, che ha portato l’azionario statunitense ad attirare i maggiori flussi, pari a 10,3 miliardi di dollari, seguito da high yield e debito corporate investment grade (rispettivamente 6,1 e 4,4 miliardi).
Per quanto riguarda l’azionario, gli Etp dedicati alla zona euro hanno attirato nel complesso tre miliardi di dollari, mentre i replicanti di indici emergenti hanno rotto un’emorragia durata sei mesi con flussi netti in entrata pari a 4,6 miliardi. Gli strumenti dedicati alla Cina, dove la Banca centrale ha tagliato ancora il costo del denaro, hanno da soli raccolto 1,2 miliardi. Gli Etp azionari giapponesi, invece, hanno perso per strada 800 milioni, principalmente a causa dell’incertezza sulle prossime mosse del governo e della banca centrale al fine di mantenere l’obiettivo di un’inflazione al 2%.
“Il quadro in Europa è stato in linea con quello globale, con alcune eccezioni”, ha commentato in una nota Ursula Marchioni, capo analista EMEA di iShares. “I flussi di ottobre sono stati guidati dal reddito fisso (+3,7 miliardi di dollari), che ha superato l’azionario (+3,3 miliardi). Gli Etp europei hanno registrato una forte domanda per le esposizioni obbligazionarie investment grade e high yield, con flussi rispettivamente di 1,12 miliardi e 832 milioni. Questo è stato un risultato della decisione della Bce di mantenere i tassi invariati che, a differenza della tendenza globale, non è accaduto a scapito delle esposizioni governative che hanno registrato una forte domanda pari a 1,17 miliardi. Tra gli operatori europei, l’azionario statunitense ha visto deflussi per un totale di 283 milioni, in quanto gli investitori sono più concentrati sulle esposizioni domestiche europee e sull’azionario emergente”.
Asset a reddito fisso sopra i 500 miliardi
Sul lato obbligazionario, a livello mondiale il patrimonio in gestione in Etp a reddito fisso ha superato i 500 miliardi di dollari per la prima volta, sottolineando il loro maggiore utilizzo da parte degli investitori. L’asset class ha registrato un altro mese di forti afflussi, raccogliendo 14,7 miliardi di dollari a livello globale; se si considera l’andamento dei flussi da inizio anno (88 miliardi complessivamente), già si posiziona al di sopra del record registrato nell’intero 2014 (85,8 miliardi).
Infine, gli Etc (Exchange traded commodity) hanno segnato nel mese una raccolta netta positiva di 1,2 miliardi di dollari, con 600 milioni di flussi verso i fondi petroliferi e 300 milioni raccolti dagli strumenti auriferi.
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