Gli Exchange traded products continuano ad attrarre ingenti risorse. Nel mese di novembre, i replicanti hanno segnato globalmente flussi netti per 28,2 miliardi di dollari, portando così la raccolta dall’inizio dell’anno a 302 miliardi, livello prossimo al record annuale di 345 miliardi del 2014.
A fine mese, i fondi passivi quotati nel mondo erano 5.822 (contro i 5.431 di fine 2014). Questi gestiscono complessivamente un patrimonio pari a 2.980 miliardi di dollari. A dirlo è il consueto report ETF Landscape – Industry Highlights, pubblicato dal BlackRock Investment Institute.
Bene l’azionario dei paesi sviluppati
Con una raccolta pari a 21,4 miliardi di dollari, i replicanti di indici azionari statunitensi hanno segnato il miglior mese dell’anno, spinti dai buoni dati macroeconomici, come il balzo del Prodotto interno lordo nel terzo trimestre rivisto al rialzo al 2,1% e gli ordini di beni durevoli sopra le attese. Ottima la raccolta dei prodotti small cap (3,4 miliardi) e degli Etp settoriali, soprattutto quelli tecnologici (2,1 miliardi) e finanziari (1,4 miliardi).
Nonostante le promesse di Mario Draghi, invece, i fondi passivi quotati dedicati a indici azionari paneuropei hanno attirato nel mese solo 1,4 miliardi di dollari, contro i 6,4 dei prodotti azionari dei paesi sviluppati. Gli Etp esposti alla Borsa di Tokyo hanno raccolto 900 milioni.
Le preoccupazioni sul rallentamento cinese hanno spinto gli investitori a liquidare le loro posizioni azionarie emergenti, con gli Etp relativi che hanno segnato nel mese 2,5 miliardi di deflussi netti, di cui 2 miliardi solo dai replicanti cinesi.
Il reddito fisso riprende fiato
Dopo i forti afflussi di ottobre, invece, i replicanti obbligazionari hanno invertito la rotta con una raccolta netta negativa per 129 milioni di dollari a livello globale. A pesare sono stati soprattutto i 4,5 miliardi defluiti degli Etp dedicati ai Treasury americani, in visto del rialzo dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve. Bene invece la raccolta dei bond societari di tipo investment grade (1,2 miliardi).
Infine, gli Etc (dedicati alle materie prime) hanno raccolto a novembre 800 milioni. Successivamente al crollo del prezzo del greggio, gli investitori hanno fatto con fluire 2,1 miliardi nei prodotti petroliferi, mentre gli Etp auriferi hanno perso per strada 1,5 miliardi in seguito a un aumento del valore dell’oro. Le speculazioni relative a potenziali tagli della produzione di petrolio da parte dei maggiori membri dell’Opec, si legge nel report, potrebbe continuare a guidare i flussi di questo segmento anche nei prossimi mesi.
“Nonostante quest’anno l’azionario dell’Eurozona abbia fatto la parte del leone a livello di flussi sui mercati sviluppati, negli ultimi mesi gli investitori si sono orientati verso opportunità in altri mercati – ha commentato in una nota Ursula Marchioni, capo analista EMEA di iShares – Crediamo che questo andamento potrebbe cambiare alla luce di un sentiment di mercato positivo sull’espansione monetaria della Bance centrale europea. Gli ulteriori acquisti di obbligazioni governative da parte della Bce continueranno a spingere gli investitori verso l’assunzione incrementale di rischio di credito”.
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