Jason Stipp: Per Morningstar, sono Jason Stipp. Il mercato si sta preparando al primo aumento dei tassi di interesse in quasi un decennio (il video è stato registrato prima della decisione ufficiale della Fed di alzare il saggio, Ndr). Qui con me per parlare di cosa bisogna fare e non fare in un contesto di tassi di interesse in aumento c’è Christine Benz, il nostro direttore della sezione di finanza personale.
Christine, grazie per essere qui.
Christine Benz: Jason, è un piacere.
Stipp: Tu hai stilato una lista di cose da fare e da non fare in un contesto di tassi in salita. La prima è non perdere di vista il quadro generale, perché l’aumento dei tassi non è un male assoluto per gli investitori.
Benz: Esatto. Moltissimi investitori pensano che l’aumento dei tassi sia un disastro per il loro portafoglio, ma in realtà per chi ha della liquidità è una buona notizia perché rende di più. Se si hanno certificati di deposito, si può pensare di aumentare la scadenza temporale, comprandone vari con scedenze diverse. In questo modo si può approfittare dei tassi più elevati. Ma anche se si dispone di un portafoglio con scadenza unica, ad esempio se si ha un conto di deposito di mercato monetario, si dovrebbe essere in grado di approfittare della salita.
Stipp: Una cosa importante da evitare, però, è tenere troppi soldi liquidi o in investimenti a brevissimo termine. Questo è un qualcosa che alcuni investitori potrebbero essere inclini a fare se preoccupati dai tssi in salita. Ma non si deve esagerare.
Benz: Certo, e il motivo è che nessuno si aspetta che i tassi di interesse decollino improvvisamente. Quando si guarda ai rendimenti della liquidità, anche se salgono un po', saranno probabilmente ancora nagativi al netto dell'inflazione. C'è un serio costo-opportunità nell’avere più denaro liquido di quanto è necessario.
Penso che le vecchie classiche regole abbiano ancora senso. Se si è una persona che lavora, è bene avere un fondo di emergenza che rappresenti il valore di spese correnti da tre a sei mesi. Se si è una persona in pensione, io sono una grande sostenitrice di ciò che viene chiamato “la strategia del secchio”. Ciò significa tenere da parte uno o due anni di spese correnti in liquidità. Ma non più di questo, se no si corre davvero il rischio di finire in rosso una volta che si tiene conto dell'inflazione.
Stipp: A parte gli strumenti a breve termine, una cosa che posso fare in quanto investitore è testare i miei fondi a reddito fisso, e vedere che cosa potrebbe provocare l'aumento dei tassi su quei fondi.
Benz: Questa è un’ottima idea. Se si hanno dei fondi obbligazionari in portafoglio, bisogna conoscere la “duration” del fondo, che è un parametro che si può trovare sul sito di Morningstar. Bisogna sottrarre il rendimento nominale dalla duration e in questo modo si ottiene l'importo di massima che il prodotto perderebbe in un periodo di un anno in cui i tassi di interesse salgono di un punto percentuale. E io non credo che nessuno si aspetti davvero un aumento di un punto percentuale nei tassi prossimamente, ma si dovrebbe lo stesso dare un'occhiata e fare i conti.
Quando si guarda un tipico fondo obbligazionario a medio termine, si ha un rendimento di circa il 2% su un portafoglio di qualità, e una “duration” di forse cinque anni. Il che significa una perdita di tre punti percentuali in quel periodo di un anno in cui i tassi sono saliti dell'1%; non è un grosso problema per la maggior parte degli investitori. Credo quindi che aiuti pensare a tutti questi aspetti quando ci si preoccupa della risalita dei tassi.
Se si dispone di un fondo di bond governativi a lungo termine in portafoglio, si può vedere che sarà molto più vulnerabile in un contesto di tassi in aumento, ma la maggior parte delle persone non sono in possesso di titoli di Stato a lungo termine, in questo momento.
Stipp: Molti investitori obbligazionari, tuttavia, non sono davvero abituati a subire perdite; tuttavia, anche se faccio degli stress test e vedo che potrei in effetti subirne, tu dici che una cosa da non fare è sbarazzarmi di quei fondi.
Benz: Proprio così, perché nel corso del tempo, si tende a venire ricompensati meglio se si prende un po' più di rischio di duration, rispetto alla liquidità. Non credo abbia senso farsi prendere la mano con le preoccupazioni sui tassi. La maggior parte dei fondi obbligazionari di alta qualità non stanno prendendo molto rischio di duration. La maggioranza degli investitori probabilmente non ha un motivo per liberarsi di quei fondi.
Stipp: Oltre agli investimenti obbligazionari, un'altra cosa che gli investitori dovrebbero fare è pensare alle altre parti del loro portafoglio che potrebbero essere sensibili ai movimenti dei tassi di interesse.
Benz: Giusto. Non basta analizzare le esposizioni obbligazionarie, ma occorre guardare anche altre parti del portafoglio. Le utilities rappresentano un settore a cui gli investitori guardano a volte come un sostituto di un'obbligazione grazie ai loro flussi di reddito generalmente abbastanza alti. In un contesto di tassi in aumento, le obbligazioni potrebbero tendere a essere più interessanti rispetto alle utilities.
I fondi dedicati al mercato immobiliare probabilmente rientrano nella stessa categoria, tendiamo a pensare che potrebbero in effetti rispondere negativamente all’aumento dei tassi. Quando abbiamo avuto il “tapering” da parte della Fed un paio di anni fa, abbiamo visto alcune di queste categorie perdere piuttosto bruscamente.
I bond emergenti sono un’altra classe di attivo che potrebbe essere sensibile alla risalita dei tassi d’interesse. Una cosa che vorrei dire, però, è che abbiamo visto alcune di queste categorie che hanno già anticipato le mosse della Fed . Abbiamo avuto delle performance abbastanza negative nelle obbligazioni dei mercati emergenti. Probabilmente, alcune delle preoccupazioni sui tassi sono già incorporate nei prezzi di questi bond. Ma comunque, occorre fare un bilancio di quello che si ha, non bisogna dare per scontato che gli effetti dei tassi riguarderanno solo la parte obbligazionaria del portafoglio.
Stipp: Infine, secondo te gli investitori dovrebbero allacciarsi le cinture, perché, anche se un aumento dei tassi è stato decisamente anticipato, potremo ancora vedere una certa volatilità dopo aver compreso i dettagli del piano della Fed.
Benz: Esatto. Anche se molti di questi effetti sono già stati prezzati nei bond e forse anche nel mercato azionario, non sarei del tutto sorpresa di vedere un paio di movimenti bruschi nel mercato obbligazionario, soprattutto se il volume degli scambi scende in questo periodo. Gli investitori non devono comunque farsi prendere dal panico.
Penso che valga la pena ricordare che i tassi di interesse e i prezzi azionari tendono a non essere molto correlati. Un contesto di tassi in aumento non significa necessariamente brutte cose per gli investitori azionari. È importante ricordare che, quando si pensa ai grandi driver dei rendimenti equity, si pensa subito alle valutazioni. E in questo momento, in effetti, abbiamo visto una certa volatilità nel mercato. I prezzi sono scesi un po'. Non sono certo a buon mercato, ma nel corso del tempo le valutazioni tenderanno a essere il fattore più strettamente correlato con rendimenti del mercato azionario, non la direzione dei tassi di interesse.
Stipp: Christine, sempre interessante parlare con te. Grazie.
Benz: Grazie.
Stipp: Per Morningstar, sono Jason Stipp, grazie per l’attenzione.
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