M&A, il 2015 alza l’asticella

L’anno che sta per chiudersi è stato da record con transazioni annunciate per 4.600 miliardi di dollari. Il 2016 potrebbe andare ancora meglio. L’attenzione degli investitori è sul pharma. 

Marco Caprotti 30/12/2015 | 11:09
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Il 2015 sarà ricordato, almeno in Borsa, per i record battuti nelle fusioni e acquisizioni. La serie di maxi-accordi nel settore farmaceutico, energetico e dei consumi ha fatto volare le attività di M&A dell’anno che sta per chiudersi a livelli record, superando il precedente massimo del 2007. Secondo un’elaborazione del Financial Times il valore totale delle transazioni annunciate quest’anno ha toccato i 4.600 miliardi di dollari, contro i poco meno di 4.300 miliardi (4.297 miliardi per la precisione) di otto anni fa. Se si considera l'andamento dell'inflazione, però, il record resta al 2007: il totale di quell’anno sarebbe di 4.900 miliardi (a parità di potere d’acquisto).

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, il totale 2015 si attesta (al momento) oltre i 2.000 miliardi per la prima volta nella storia, con il settore farmaceutico (ad esempio la maxi fusione da quasi 160 miliardi di dollari tra Pfizer e Allergan) e tecnologico a fare da traino. Anche a livello globale ci sono stati accordi da varie decine di miliardi di dollari, come quelli tra Ab InBev e SabMiller nel settore della birra e tra Royal Dutch Shell e Bg Group nel comparto energetico.

Dei 25 accordi maggiori mai siglati, sei sono stati raggiunti nell'anno in corso. La fusione più grande è stata quella da 160 miliardi di dollari tra Pfizer e Allergan, controversa per la questione dell'inversione fiscale che porterà la società americana a pagare molte meno tasse negli Stati Uniti, seguita da quella da 130 miliardi tra Dow Chemical e DuPont, annunciata questo mese. Citigroup, in un recente rapporto, ha citato alcune società specifiche che potranno essere protagoniste nei rispettivi settori: Staples, Ralph Lauren, Deckers Outdoor e Yahoo!.

Come cambia il pharma
Ma i fari sono accesi soprattutto sul pharma. Secondo un report dell’agenzia di rating Fitch, le operazioni guidate da Sanofi e da AstraZeneca riflettono l’emergere di due tendenze distinte nelle M&A del comparto, con implicazioni molto diverse a livello di rischi e profilo del credito. I temi sono: aumentare la dimensione nel core business ed acquisire nuove molecole alla ricerca del prossimo blockbuster (così viene chiamato un farmaco con vendite pari a un miliardo di dollari). Un esempio è Sanofi, che ha in corso negoziati esclusivi per scambiare le sue attività veterinarie con quelle di Boehringer Ingelheim nella salute dei consumatori. Lo swap avrà un impatto da neutrale a positivo sul rating di Sanofi, precisa Fitch. “Diversa la motivazione per l'acquisizione da 4 miliardi di dollari prevista da AstraZeneca per Acerta Pharma”, spiega l’agenzia, secondo cui la prima società punta a trovare nuovi farmaci che possano eventualmente sostituire tre dei suoi blockbuster per i quali si avvicina la perdita del brevetto. Le operazioni concentrate sulle società biotech, però, possono comportare rischi sensibilmente maggiori in quanto queste aziende hanno un focus minore su ricerca e sviluppo e un portafoglio prodotti modesto. In molti casi, inoltre, i farmaci approvati e la loro valutazione poggiano solo sul potenziale di una o due molecole promettenti ancora sotto esame. 

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Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
DuPont de Nemours Inc82,75 USD1,10Rating
Sanofi SA95,50 USD-0,12

Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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