Pechino taglia le gambe alle Borse

Europa negativa. Pesano i nuovi dati macro che mostrano la frenata della Cina e le tensioni in Medio Oriente. A Milano (-3,20%) le vendite colpiscono soprattutto lusso e risparmio gestito. Debutto incolore per Ferrari. Debole anche New York con le blue chip e l'hi-tech. 

Marco Caprotti 04/01/2016 | 17:38
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Seduta con il segno meno per le Borse europee. Debole anche Wall Street, dove le blue chip sono scivolate sotto la soglia dei 17.000 punti, cosa che non succedeva dal 7 ottobre 2015. Piazza Affari, dove il Ftse/Mib ha segnato -3,20% è stata colpita da vendite generalizzate che però hanno penalizzato soprattutto il lusso e il risparmio gestito. In questo contesto l'esordio di Ferrari a Milano è stato senza botti. Scivolata, invece, per Fiat Chrysler. Fincantieri ha allungato il recupero iniziato nella seconda parte di dicembre e ha sfruttato ancora la commessa ottenuta a dicembre da Carnival.

Colpa della Cina e non solo
Il sell-off sui mercati mondiali, in realtà è scattato in Cina, dove il Pmi manifatturiero a dicembre si è contratto per il decimo mese di fila riaccendendo preoccupazioni per un rallentamento della seconda economia al mondo. Inoltre la People’s Bank of China ha permesso allo yuan di indebolirsi per la quinta seduta consecutiva. E così lo Shanghai Composite ha perso il 6,86% e lo Shenzhen Composite ha chiuso in ribasso dell'8,2%, la sua peggiore seduta da inizio 2007. Le contrattazioni su ambe gli indici sono state temporaneamente sospese con le autorità locali che hanno implementato per la prima volta i cosiddetti 'circuit breaker', la sospensione degli scambi che si verifica per 15 minuti su tutti i titoli e gli indici di Shanghai e Shenzhen se l'indice CSI 300 (che comprende 300 titoli di Classe A quo tati sulle due piazze) perde almeno il 5%.

Gli investitori sono nervosi anche a causa dell'imminente scadenza del divieto - imposto nel pieno della crisi che ha colpito l'azionario cinese lo scorso anno in seguito alla svalutazione a sorpresa dello yuan decisa l’11 agosto - a vendere titoli da parte di grandi azionisti. Le tensioni settarie in Medio Oriente, riaccese dal taglio delle relazioni diplomatiche tra Arabia Saudita e Iran, non hanno aiutato. 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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