Dicembre nero per i titoli a grande capitalizzazione orientati al valore. Il Market Barometer di Morningstar per le azioni europee (Figura 1), che classifica le azioni in base alla capitalizzazione di mercato e allo stile, mostra come le large cap value abbiano largamente sottoperformato (-6,1%) le small e mid cap e le large cap growth (-3,9%). Tutti, comunque, hanno avuto rendimenti negativi.
Perché gli investitori preferiscono i titoli growth
Se allarghiamo l’intervallo temporale della nostra analisi ci accorgiamo come questa tendenza abbia caratterizzato tutto il 2015 (Figura 2). Se, infatti, calcoliamo il rendimento medio nell’anno solare appena trascorso (non ponderato per la capitalizzazione di mercato), notiamo come le mid cap abbiano guadagnato il 25,7%, rispetto al 15,7% delle large cap e l’11,3% delle small cap. Lo stesso vale per i titoli growth, che hanno battuto nettamente i value e i blend (i primi hanno registrato una performance del 34,4%, mentre gli altri hanno chiuso l’anno con un rendimento rispettivamente del 5,3% e del 17,6%).
Secondo alcuni analisti, in contesti di debole crescita economica e bassi tassi di interesse gli investitori tendono a spostare le loro preferenze a favore di quelle aziende che mostrano una più elevata crescita del fatturato. Inoltre, l’apprezzamento dell’euro nei confronti di molte valute emergenti ha giocato a favore dei gruppi maggiormente esposti ai mercati internazionali. A confermare questa teoria ci sono anche i rendimenti dei settori tecnologia e farmaceutico (comparti a forte orientamento growth), che negli ultimi 12 mesi hanno largamente sovraperformato il mercato, guadagnando rispettivamente il 25,9% e il 22,3%. Per contro, energia ed utility, che hanno un orientamento al valore, sono stati i peggiori (-5,4 e -4,2% rispettivamente).
Il value attrae più del growth
L’analisi dei super-settori (ciclici, difensivi e sensibili) mostra che nessuno ha sovraperformato in assoluto, ma all’interno di ciascuno ci sono delle industrie che hanno particolarmente deluso le attese: le materie prime tra i ciclici, gli energetici tra i sensibili e le utility tra i difensivi.
Guardando al rapporto prezzo/fair value (P/FV) dei titoli europei (Figura 3) si nota come non vi siano discrepanze significative tra i titoli large, mid e small cap, mentre continua a essere marcato il divario tra le azioni value (mediamente scontate del 10%) e growth che hanno un P/FV superiore a 1.
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