Fra poco, giusto il tempo di fare i calcoli, sapremo se nel 2015 l’industria degli Exchange traded product sia riuscita o no a battere il record di raccolta segnato l’anno precedente (345 miliardi di dollari). Quello che è certo, comunque, è che il successo dei replicanti non sembra volersi arrestare. Gli Etp, infatti, sono costantemente più presenti nei portafogli degli investitori, sia privati che istituzionali, e vengono sempre più utilizzati come strumento per posizioni di breve periodo, perciò i rendimenti seguono fedelmente quello che viene definito come il sentiment di mercato.
Essendo strumenti puramente passivi, i replicanti riflettono nei loro movimenti l’evoluzione dei mercati, senza che la performance venga distorta dalle scelte (buone o cattive) di un gestore attivo. La fotografia annuale del segmento ETFPlus di Borsa Italiana, infatti, conferma ancora una volta le tendenze che si sono viste durante l’anno passato: il rally dei mercati azionari sviluppati e il crollo del petrolio.
Secondo i dati Morningstar, tra il miglior Etp del 2015 (in termini di rendimento) e il peggiore ci sono circa 85 punti percentuali (prendendo in considerazione quelli quotati su Borsa Italiana ed escludendo i replicanti strutturati, cioè a leva o short).
Piazza Affari al top
La buona notizia è che l’Etp che più ha guadagnato l’anno scorso è dedicato al nostro mercato domestico, replicante dell’indice Ftse Italia Mid Cap, col oltre dieci punti percentuali sul secondo classificato. Dando uno sguardo alla Top 10 (tabella sottostante), quello che salta all’occhio è che ben otto fondi su dieci sono dedicati al segmento delle medie e piccole capitalizzazioni, mentre in termini geografici non si esce dall’Europa e dal Giappone, a riprova del rallentamento degli Usa rispetto agli anni passati.
Da segnalare anche come gli i prodotti migliori dell’anno abbiano vissuto un dicembre piuttosto complicato, con perdite in nove casi su dieci, segno dell’elevata volatilità vissuta dai mercati.
Il barile affonda
La Flop 10 non riserva nessuna sorpresa: otto Etp su dieci sono dedicati alla materie prime energetiche. Il crollo del prezzo del petrolio è stato il tonfo più pesante dell’anno. Da fine maggio, dopo una leggera risalita che aveva in qualche sorta fatto sperare in un cambio di rotta, il barile ha dimezzato il suo valore. Chiude la classifica un replicante dedicato al mercato azionario brasiliano che, assieme alla Turchia e al Sud Africa, è il paese emergente che ha più sofferto.
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