Banche e automotive condannano i Value nella disputa contro i Growth. Le forti perdite accumulate dalle big dei due comparti come HSBS, BNP Paribas e Lloyds (che rispettivamente hanno perso nell’ultimo mese l’11,3%, il 16,3% e il 13,4%) e le case automobilistiche tedesche Volkswagen (-20%), BMW (-21,5%) e Daimler (-18,7%) hanno pesato sul risultato delle stock Large Cap Value, che hanno chiuso il mese di gennaio con un passivo del 7,7%. Il segmento delle azioni con le più alte prospettive di crescita degli utili (-4,1%) deve ringraziare le buone performance di importanti market mover nel comparto dei consumi e dell’health care, come AB- Inbev, LVMH e Novartis. Le utility e i produttori di beni di consumo difensivi, invece, hanno mantenuto fede al loro carattere anti ciclico chiudendo un mese ad alta volatilità con passivi minimi (rispettivamente -0,1% e -1,7%).
I rendimenti negativi accumulati nelle ultime ottave hanno finito per pesare sulle valutazioni delle stock. Le azioni Large Cap Value, infatti, si confermano il segmento con le valutazioni più convenienti. Il rapporto prezzo/fair value (P/FV) è pari a 0,87 (si riferisce al valore mediano), in ulteriore discesa rispetto al mese scorso, quando l’asticella si era fermata a quota 0,91. Tra i settori economici, invece, la finanza è quello scambiato a tassi di sconto più elevati. Nell’ultimo mese il comparto ha perso circa l’11% e questo ha ulteriormente abbassato il P/FV dei suoi titoli (la mediana ha raggiunto lo 0,81). Il negativo andamento dei mercati ha avuto ripercussioni anche sulle valutazioni delle altre industrie, ad eccezione però dei beni di consumo difensivi e della tecnologia che restano in linea con il fair value degli analisti.
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