In un anno caratterizzato dalla volatilità dei mercati azionari e da bassi rendimenti obbligazionari, gli investitori hanno scelto i fondi bilanciati o alternativi alla ricerca di rendimento, stabilità o entrambi. Gli allocation fund sono stati i più popolari nel 2015 tra le classi di attività a lungo termine europee (esclusi i comparti di liquidità), con flussi netti per 147,9 miliardi di euro in dodici mesi. Si tratta del livello più alto da quando Morningstar ha cominciato a calcolare i dati nel 2007 (è stato superato anche il record del 2014, pari a 136,2 miliardi).
Nel complesso, i fondi a lungo termine europei hanno registrato flussi netti per 283,5 miliardi, secondo le stime di Morningstar, pari a una crescita organica (flussi in rapporto del patrimonio netto iniziale) del 4,8%.
Dopo i bilanciati, i più popolari sono stati gli alternativi, con una raccolta netta di 78,2 miliardi. In particolare, ha avuto successo la categoria dei Multi-strategy, ma anche altre strategie hanno incontrato l’interesse degli investitori. In totale, il tasso di crescita organica è stato del 26,9%, superiore a qualsiasi altra asset class.
Bilanciati e alternativi prendono strade diverse
Sia gli alternativi sia i bilanciati hanno registrato flussi netti positivi in tutti i mesi dell’anno, compresi i tormentati agosto e settembre. Tuttavia, mentre i primi hanno visto aumentare la raccolta nell’ultimo periodo, i secondi l’hanno rallentata in un contesto di crescente volatilità. Infatti, a dicembre, la raccolta netta è stata di 2,9 miliardi, più bassa che in altri mesi dell’anno.
Nonostante la volatilità delle Borse, i fondi azionari hanno chiuso il 2015 con flussi netti per 17,9 miliardi, grazie in particolare ai prodotti specializzati su Europa, Giappone e mercati internazionali. Il risultato è inferiore al 2014 (era stato di 44,8 miliardi), ma positivo per il quarto anno consecutivo.
BlackRock ed Eurizon fanno il pieno
Tra le case di investimento, BlackRock ha ricevuto i più alti flussi (23,5 miliardi) nel 2015, distribuiti su più asset class. Al secondo posto si colloca Eurizon Capital (gruppo Intesa Sanpaolo) con 20 miliardi, prevalentemente grazie alla raccolta dei fondi bilanciati a scadenza. Nordea ha continuato a rafforzare la sua posizione fuori dai paesi nordici e a dicembre è stata la migliore società di gestione con sottoscrizioni nette per 2,1 miliardi, che hanno portato il totale da gennaio a 12,2 miliardi (per i soli fondi a lungo termine).
Il dibattito tra gestione attiva e passiva è proseguito nel 2015. I fondi indicizzati hanno accresciuto le masse più rapidamente di quelli tradizionali, ma rappresentano solo il 7,5% delle masse totali in fondi a lungo termine. La percentuale sale al 13,5% se si aggiungono gli Exchange traded fund (Etf).
Bilanciati a scadenza, storia italiana
In termini di categorie Morningstar, nel 2015 dominano i bilanciati e gli alternativi. In particolare, si collocano quasi a pari-merito i Bilanciati moderati globali in Euro e i Multistrategy, i quali hanno registrato una crescita organica del 36%. Circa 20 miliardi sono andati nella categoria Bilanciati-altro, che comprende prevalentemente i bilanciati a scadenza offerti alla clientela italiana. Nel 2015, il mercato è stato dominato da Eurizon Capital e Pioneer Investments.
Gli investitori hanno inoltre mostrato una chiara preferenza per i comparti specializzati in azioni europee. In particolare la categoria Azionari Europa – reddito ha registrato una crescita organica del 55,6%. In dicembre, si sono messi in luce molti alternativi, tra cui i Multistrategy (4,7 miliardi), i Market neutral (2,3 miliardi) e i Long/short equity (944 milioni).
Meno Usa
Gli investitori europei hanno ridotto la loro esposizione al di fuori del continente nel 2015. Tutte le sette categorie specializzate sugli Stati Uniti hanno subito riscatti netti, più accentuati per gli azionari Usa large cap value (-8,8 miliardi). I deflussi hanno colpito anche i comparti specializzati nell’Asia-Pacifico ex Giappone, trend che ha penalizzato soprattutto Aberdeen e BNY Mellon.
Nel segmento degli high yield, i fondi specializzati in titoli americani hanno registrato dei deflussi (-9,1 miliardi), mentre quelli in euro o in obbligazioni europee hanno avuto una raccolta netta positiva pari a 10,4 miliardi.
Chi sale e chi scende
Nel corso del 2015, diverse società sono entrate o hanno guadagnato posizioni nella top 10 delle principali case di investimento, tra cui Nordea (il fondo più popolare è stato Nordea-1 Stable return), Standard Life (soprattutto grazie ai fondi Global Absolute return strategy) e Henderson. Sono invece slittate fuori dalle prime dieci posizioni UBS e JP Morgan.
Per M&G, Franklin Templeton e Aberdeen il 2015 è stato un anno da dimenticare. Insieme hanno avuto riscatti netti per circa 51,7 miliardi. Franklin Templeton ha subito le fuoriuscite dai fondi Global bond e Global total return, entrambi fortemente esposti ai mercati emergenti, elemento che ha penalizzato i risultati. Ad essere colpiti dalle vendite sono stati anche il Templeton Asian growth ed Emerging market bond. M&G è stata interessata dai riscatti dai fondi bilanciati, soprattutto l’Optimal income, e azionari. Infine, Aberdeen ha dovuto far fronte alla fuga degli investitori dall’Asia e dalle aree in via di sviluppo.
Nonostante il generale buon andamento dei fondi europei a dicembre, sette dei più grandi comparti (per asset gestiti) hanno registrato riscatti. Il più colpito è stato M&G Optimal income, con oltre un miliardo i deflussi (-9,7 miliardi nell’intero anno). Di conseguenza, il fondo è passato da essere il primo per dimensioni a fine 2014 ad essere sesto. Dicembre è stato negativo anche per i fondi obbligazionari di Templeton, mentre Standard Life Investment’s Global Absolute return strategy (rating Bronze) ha avuto una raccolta positiva.
Traduzione e rielaborazione a cura di Sara Silano.
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