Cosa resta nel piatto della ristorazione Usa

Le poche occasioni di investimento all’interno del comparto e le elevate valutazioni dei titoli consigliano un atteggiamento prudente in attesa di nuovi deprezzamenti. Ma ci sono alcuni nomi da tenere sotto osservazione.

Francesco Lavecchia 15/03/2016 | 12:01
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Il settore ristorazione è troppo caldo. I titoli del comparto hanno corso molto negli ultimi dodici mesi e le valutazioni sono ora in linea con il fair value. Il modo migliore per approfittare delle prospettive di crescita future delle società del settore, dicono gli analisti, è quello di guardare alle aziende che meglio riescono a interpretare il cambiamento dei gusti dei consumatori e che sono in grado di fronteggiare la concorrenza senza danneggiare i margini di profitto.

McDonald's cambia guida
Dopo il rally messo a segno negli ultimi 12 mesi, in cui ha guadagnato oltre il 30%, McDonald’s (MCD) è scambiato ora a un rapporto prezzo/fair value pari a 1. “Al momento conviene mantenere un atteggiamento prudente”, dice R.J. Hottovy analista azionario di Morningstar. “Ma le interessanti prospettive di crescita in Cina, i risultati ottenuti negli Usa in seguito alla riorganizzazione del business e la generosa cedola garantita agli azionisti fanno di McDonald’s un titolo da tenere sotto osservazione”.

Il gruppo americano è uno dei maggiori player a livello globale all’interno della ristorazione fast food. Gli analisti riconoscono alla società una posizione di vantaggio competitivo (Economic moat) per effetto delle elevate economie di scala, che le permettono di ammortizzare meglio i costi di produzione e quindi di soffrire meno la concorrenza sui prezzi da parte dei competitor, e della forza del suo brand, uno dei più riconosciuti al mondo anche grazie ad una estesa rete di ristoranti in franchising.

Negli ultimi anni le vendite di MCD hanno sofferto la maggior concorrenza prodotta dall’ingresso di nuovi competitor, ma l’avvento della gestione di Steve Easterbrook, nuovo CEO dell’azienda dal marzo scorso, ha prodotto cambiamenti rapidi e visibili. “La decisione di riorganizzare la società in quattro segmenti, in base alla maturità e al grado di concorrenza dei mercati serviti, ha migliorato le relazioni tra headquarter, rete in franchising e fornitori e, con essa, anche la capacità di rispondere alle esigenze della clientela attraverso una maggior customizzazione dell’offerta”. Le vendite nei prossimi tre anni continueranno a risentire dello sfavorevole andamento dei tassi di cambio, mentre nel lungo periodo il fatturato sarà sostenuto dalla maggior espansione sui mercati asiatici (in particolare in Cina) e nell’Europa Centrale e Orientale.

Yum Brands vara lo spin-off della Cina
Yum Brands è tra le società del settore ristorazione che presentano le migliori prospettive di crescita di lungo periodo, ma il mercato non sembra aver compreso a pieno il potenziale dell’azienda americana. Il titolo, infatti, viaggia attorno ai 77 dollari per azione, a un tasso di sconto del 15% circa rispetto al fair value che è pari a 92 dollari. “In base alle nostre stime, nei prossimi dieci anni il fatturato dovrebbe salire a un ritmo medio del 7% grazie alla forte espansione nel mercato cinese. Yum Brands, attraverso i suoi brand Taco Bell, Pizza Hut e KFC, è la catena di fast food più presente nel paese asiatico con i suoi 7.000 punti vendita,  ma all’attuale ritmo di crescita il numero promette di salire a 20.000 entro il 2025”.

La società ha deciso lo spin-off delle operazioni in Cina, che ora costituiscono un’azienda a sé stante. In questo modo il gruppo è passato da un controllo diretto del mercato a una gestione in franchising. Questo le garantirà una più alta diversificazione e una maggior stabilità dei flussi di cassa. Inoltre, la transizione verso un modello di business a più bassa intensità di capitale le permetterà di migliorare la leva operativa e con essa anche i margini di profitto.  

Panera guida la corsa del fast casual
Panera è tra le società che meglio hanno cavalcato l’ascesa della ristorazione cosiddetta fast casual negli Stati Uniti. Il formato delle catene a metà strada tra il fast food e il ristorante, è riuscito a interpretare la voglia di cambiamento da parte delle famiglie americane, fornendo loro cibo di qualità migliore e di provenienza locale. “Negli ultimi dieci anni il gruppo è cresciuto a un tasso medio del 15% e per i prossimi cinque le nostre previsioni indicano ricavi in salita a un ritmo dell’8% grazie all’apertura di circa 120 nuovi punti vendita all’anno e al maggior traffico prodotto dagli investimenti nel menù e nella tecnologia a servizio dei clienti (come la possibilità di ordinare tramite il proprio smartphone)”, dice Hottovy.

Panera non gode di una posizione di vantaggio (Economic moat) all’interno del settore, dicono gli analisti. Il livello della concorrenza è molto alto e non vi sono barriere all’ingresso di nuovi competitor, e questo riduce i margini di profitto delle aziende. Ciononostante, il gruppo americano ha dato dimostrazione di essere in grado di poter fare il salto di qualità. Negli ultimi anni Panera è stata capace di alzare i prezzi di vendita nonostante la concorrenza. Mentre la crescita dei punti vendita e degli investimenti in tecnologia promettono di rafforzare ulteriormente il marchio della società e di aumentare i volumi di vendita. Al momento il titolo è scambiato a prezzi in linea con la stima del fair value (220 dollari) e la raccomandazione degli analisti è quella di mantenere un atteggiamento prudente in attesa di quotazioni più convenienti. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
McDonald's Corp292,98 USD0,58Rating
Yum Brands Inc134,35 USD0,36Rating

Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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