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La Bce passa ai corporate. Con molti dubbi

La decisione dell’Eurotower di includere bond societari investment grade nel Qe apre diverse questioni: dalla capacità di gestire un portafoglio del genere, agli effetti di un taglio di rating. 

Marco Caprotti 17/03/2016 | 12:08
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La Bce rischia di vagare alla cieca nel mercato dei corporate bond? La domanda circola fra i desk degli operatori da quando, settimana scorsa, l’istituto centrale guidato da Mario Draghi ha annunciato, fra l’altro, di voler includere nelle operazioni di allentamento monetario anche le obbligazioni societarie in euro con un merito di credito di investment grade.

“Bisogna capire se l’Eurotower ha l’esperienza e la capacità di orientarsi fra gli spread di questo segmento di mercato”, spiega Dave Sekera, analista obbligazionario di Morningstar. “Non è nemmeno chiaro come Draghi e i suoi uomini gestiranno il portafoglio corporate. Non si capisce se resteranno legati a un indice o se sovra- o sottopeseranno determinati settori. Non è stato spiegato quale maturity sceglieranno, né cosa succederà quando e se le obbligazioni acquistate subiranno un downgrade. In questo caso potrebbe essere obbligata a vendere creando un effetto distorsivo sul mercato”.

Spread più stretti
Va detto che la Banca centrale europea inizierà questo tipo di operazione alla fine del secondo trimestre di quest’anno. Per allora, sperano gli operatori, l’Eurotower avrà pubblicato i dettagli sull’allargamento del piano di acquisto di obbligazioni. “Nel breve termine, l’entrata della Bce nel mercato corporate provocherà un restringimento degli spread delle emissioni europee, ma ci saranno implicazioni a livello internazionale”, dice Sekera. “Molti emittenti hanno bond in altre valute oltre a quella unica. Ad esempio, chi ha obbligazioni in euro e in dollari, vedrà un restringimento degli spread in entrambe le divise, anche se non della stessa entità. Gli investitori che hanno la possibilità di acquistare tutti e due i tipi di emissioni, ad esempio, cambieranno quelle in valuta unica con quelle in moneta Usa se gli spread delle seconde saranno sensibilmente più ampi”.

Lo scenario macro
L’impressione degli operatori è che uno scenario complesso come quello che si trova ad affrontare la regione richiedesse una nuova risposta. La Bce ha tagliato le stime di crescita a causa delle deboli prospettive di sviluppo dell'economia mondiale. L’Eurotower ha rivisto a +1,4% le sue stime di crescita per il Pil di quest'anno nella regione dal +1,7% previsto lo scorso dicembre. Per il 2017 le attese sono state ridotte a +1,7% (da +1,9%) mentre per il 2018 viene previsto +1,8%. La Bce ha tagliato nettamente anche le stime sull'inflazione di quest'anno allo 0,1%, dall'1% atteso lo scorso dicembre, a fronte del sensibile calo dei prezzi del petrolio. Per il 2017 è previsto un tasso di inflazione in crescita all'1,3% (contro la precedente stima di +1,6%) e per il 2018 all'1,6%, comunque sempre al di sotto del target di un tasso vicino al 2%. La Bce ha tagliato le stime sull'inflazione di quest'anno allo 0,1%, dall'1% atteso lo scorso dicembre, a fronte del sensibile calo dei prezzi del petrolio. Per il 2017 è previsto un tasso di inflazione in crescita all'1,3% e per il 2018 all'1,6%, comunque sempre al di sotto del target del 2%.

 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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