Quanto sono realmente sostenibili i fondi ESG?

Abbiamo analizzato i comparti che hanno un mandato che li obbliga a considerare le tematiche ambientali, sociali e di governance, per capire se sono in grado di rispondere a questa particolare richiesta degli investitori.

Morningstar 06/04/2016 | 00:11
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Il Morningstar Sustainability Rating misura in che modo, rispetto ai competitor, un fondo riesce a rispondere alle tematiche relative agli investimenti socialmente responsabili. A tale scopo sono utilizzate le valutazioni legate a Enviroment (ambiente), Social (società) e Governance (corporate governance) sulle singole società emittenti da parte di Sustainalytics, leader mondiale nel rating e nella ricerca relativa all’ESG. I comparti inseriti nelle categorie Morningstar e i cui portafogli sono coperti per almeno il 50% degli asset dai giudizi ESG ricevono il Sustainability Rating.

L’assegnazione del rating passa per due fasi:

1)      Il calcolo del Morningstar Portfolio Sustainability Score. Tale punteggio è una media ponderata del rating ESG assegnato da Sustainalytics ai singoli titoli al netto delle deduzioni fatte per tenere conto delle eventuali controversie nelle quali le società sono state coinvolte. (Clicca qui per leggere la metodologia di Sustainalytics). Tale punteggio, che va da zero a 100, ha diverso valore (in termini di performance relativa rispetto ai competitor) a seconda dell’industria di appartenenza. Per questo motivo i rating ESG delle singole azioni vengono normalizzati e poi pesati in base all’incidenza del titolo all’interno del portafoglio.

2)      Il calcolo del Morningstar Sustainability Rating. Per ogni categoria Morningstar, i fondi vengono ordinati in cinque gruppi normalmente distribuiti in base al punteggio realizzato nel Morningstar Portfolio Sustainability Score. In questo modo i comparti che si collocano nel decimo percentile più alto ottengono il Morningstar Sustainability Rating massimo (pari a cinque globi), quattro per il successivo 22,5% dei fondi, tre e due globi rispettivamente per il 35% e il 22,5% di quelli che seguono e un globo per l’ultimo 10% in classifica. La condizione che deve verificarsi affinché un fondo riceva il Sustainability Rating è che almeno dieci fondi appartenenti alla stessa categoria Morningstar siano coperti dal Portfolio Sustainability Score. 

Morningstar Sustainability Rating

La metodologia ESG non distingue i fondi con mandato SRI da quelli che sono liberi di investire senza vincoli. In questo articolo concentriamo l’attenzione sui primi che, dato il loro impegno nel portare avanti una politica di investimento socialmente responsabile, sono catalogati nel database di Morningstar come ISR (investimenti socialmente responsabili). Prima dell’introduzione del Sustainability Rating eravamo costretti a prendere per buono il loro stile di gestione. Ora, invece, siamo in grado di giudicare se realmente i gestori sono in grado di adottare un approccio socialmente responsabile.

Fondi europei e internazionali
Il mercato europeo conta 39.146 fondi comuni di investimento ed ETF, di cui 1.290 (1.270 OICR e 20 ETF) sono catalogati come socialmente responsabili. Di questo gruppo, 547 sono coperti dal Morningstar Sustainability Rating.

Distribuzione del Sustainability Rating
Riproducendo graficamente la distribuzione del Sustainability Rating per i fondi socialmente responsabili e mettendola a confronto con quella relativa all’universo complessivo dei fondi comuni di investimento si nota come per i primi la percentuale dei comparti con rating massimo sia molto più alta della media (35,6% contro il 10%). Il 65% ha un rating superiore alla media, mentre quelli con una valutazione inferiore alla media sono appena il 13% (contro il 32,5% del totale). Questo risultato non sorprende, ma prova il fatto che i fondi con un mandato ESG investono realmente in società socialmente responsabili. 

ESG intentional Rv G graph 1

 

In Europa, diverse categorie di fondi come Azionari Settore Energie Alternative, Azionari Settore Ecologia e Azionari Settore Acqua possono essere catalogate come “sostenibili” poiché investono in società con una elevata performance in tema di sostenibilità. Se escludiamo i fondi appartenenti a queste categorie dall’insieme dei fondi con mandato ESG e rifacciamo l’esercizio di riprodurre la distribuzione del rating per gli strumenti rimanenti otteniamo un risultato ancora più forte. La percentuale di quelli con rating massimo sale al 39,1%, mentre quelli con rating sopra la media si avvicina al 70%. 

 

ESG intentional Rv G graph 2

 

ESG Score distribution
Il Portfolio ESG Score, una delle due componenti del Sustainability Rating, calcolato come la media ponderata dei giudizi di sostenibilità delle singole holding di portafoglio, permette di ordinare i fondi appartenenti alla stessa categoria sia in base al percentile sia rispetto al posizionamento rispetto alla media (basso, sotto la media, in media, sopra la media, alto). Guardando alla distribuzione di questo punteggio per i comparti con mandato ESG (al netto di quelli inseriti nelle categorie “sostenibili”) si nota come le percentuali si abbassino rispetto al caso precedente. I comparti con ESG score massimo calano al 30,4%, mentre quelli con punteggio superiore alla media scendono al 56,2%.

 

ESG intentional Rv G graph 3

 

Controversy score distribution
Sustainalytics definisce le “controversie” come qualsiasi incidente che abbia delle ripercussioni sull’ambiente o sulla società civile e che ponga un rischio per l’azienda coinvolta. Gli eventi sono valutati su una scala da uno (per incidenti a basso impatto ambientale che pongono rischi trascurabili per l’azienda) a cinque (per incidenti che hanno invece gravi conseguenze e che rappresentano un rischio serio per l’impresa coinvolta), e sulla base di questo metro di valutazione Sustainalytics assegna il suo Company Controversy Rating. Il Portfolio Controversy Score, dunque, è il risultato della media ponderata del Company Controversy Rating relativo agli emittenti dei titoli inseriti in portafoglio. Tale punteggio (che viene normalizzato in modo da facilitare la comparazione dei fondi all’interno della categoria) va da zero, per quelli con uno Score alto, a 100, per quelli con uno Score basso. Per ogni comparto il Controversy Score viene sottratto al Porftolio ESG Score per determinare il Portfolio Sustainability Score (il cui posizionamento all’interno della categoria determina infine il Morningstar Sustainability Rating). Per questo motivo chi investe nel mercato ESG deve guardare con interesse ai portafogli con un alto Controversy Score. Guardando alla distribuzione di quest’ultima metrica, si nota, anche in questo caso, come i fondi con mandato SRI si comportino meglio della media, anche se il gap è meno marcata rispetto a quanto visto per il Morningstar Sustainability Rating e il Portfolio ESG Score (la percentuale di quelli con un Controversy Score superiore alla media è pari al 41,9%).

ESG intentional Rv G graph 4

 

Conclusioni
I risultati della nostra analisi dimostrano come i fondi con un mandato SRI riescano realmente a mantenere fede al loro impegno di investire in società con un elevato profilo in tema di sostenibilità, come dimostrato dalla elevata percentuale di Morningstar Sustainability Rating pari a Alto o Superiore alla Media.

Le performance di questi comparti nel Portfolio ESG Score e in particolare nel Controversy Score sono però più basse rispetto a quelle realizzate nel Morningstar Sustainability Rating. Questo significa che un fondo non deve necessariamente ottenere punteggi eccellenti in entrambe le due metriche per ottenere un Rating elevato. In alcune categorie Morningstar, ad esempio, potrebbe essere sufficiente riportare risultati superiori alla media nel Portfolio ESG Score e Controversy Score nella media per ottenere un Morningstar Sustainability Rating Alto o Superiore alla Media. Dunque, gli investitori che vogliono posizionarsi su fondi che facciano bene in entrambe le categorie o in almeno una delle due devono applicare dei filtri per le due misure.

  

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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