Energy, finanziari e auto hanno continuato ad attirare l’attenzione dei lettori di Morningstar.it. In prima posizione fra i titoli più consultati c’è Eni. La società risente dell’andamento del prezzo del petrolio e, nelle settimane scorse ha dovuto fare i conti con la decisione dell’agenzia di rating S&P di portare il rating a lungo termine a 'BBB+' con outlook Stabile, dal precedente 'A-' con CreditWatch con implicazioni negative. La società americana ha confermato a 'A-2' il giudizio a breve termine.
Finanziari
In seconda posizione si è piazzata Unicredit. Il titolo bancario, insieme a Intesa Sanpaolo (quarto posto) e Mps (sesto) è tornato sotto i riflettori dopo la decisione della Bce di tagliare i tassi di interesse. Nel frattempo Fitch ha ridotto da "stabile" a "negativo" il suo outlook su Unicredit, confermando il rating emittente "BBB+". A pesare sulle prospettive dell'istituto è il rilevante ammontare di esposizioni dubbie in Italia che rendondo l’asset quality debole. Per Intesa, Fitch ha confermato il proprio rating "BBB+", con outlook stabile. I giudizi riflettono il posizionamento nazionale "forte e diversificato" di seconda banca più grande in Italia, che si è espresso in "una performance operativa migliore dei concorrenti". I rating assegnati riflettono anche "una capitalizzazione solida", spinta da livelli "ragionevoli di generazione interna di capitale e un profilo adeguato di raccolta e liquidità”.
Per quanto riguarda Rocca Salimbeni, ad attirare l’attenzione sul titolo sono state le indiscrezioni relative all’ipotesi che il governo potrebbe giocare un ruolo attivo in un progetto di integrazione della banca senese con un altro gruppo bancario.
Generali (in quinta posizione) continua a essere uno dei titoli più seguiti dagli investitori. Un po’ perché storicamente è da cassettisti e un po’ per i conti dell’anno scorso. Il gruppo del Leone ha chiuso il 2015 con un risultato operativo di gruppo pari a 4,78 miliardi, in crescita del 6,1% rispetto ai 4,51 miliardi del 2014. I bilanci sono stati trainati in particolare dal segmento danni (+8,5%) e da un risultato vita solido nonostante l’attuale contesto dei mercati finanziari. Così l’utile netto ha registrato un incremento del 21,6% a 2,03 miliardi dagli 1,67 del 2014.
Auto
La pattuglia dell’auto è guidata da Fca (terza posizione). Il gruppo è tornato al centro delle speculazioni di mercato per una possibile intesa con la francese Psa. Un’operazione alla quale il top management della casa transalpina si è detto interessato, ma che il numero uno della società italo-americana ha respinto. Marchionne ha invece dichiarato che ci sono conversazioni in parallelo con molti player al di fuori del settore auto. Anche Ferrari (nona e decima posizione, sono state consultate le schede relative al titolo quotato in Italia e a quello presente a Wall Street) si è fatta notare. La società di Maranello ha collocato il prestito obbligazionario di 500 milioni di euro con scadenza nel 2023 e cedola fissa dell'1,5%. Il Cavallino Rampante intende impiegare il ricavato dell’emissione per il rimborso del prestito-ponte concesso nell’ambito delle proprie linee di credito.
Enel
Enel (sesto posto) ha comunicato di aver chiuso il 2015 con ricavi per 75,67 miliardi di euro, in flessione dello 0,2% rispetto ai 75,79 miliardi realizzati nell’esercizio precedente. La leggera contrazione è da attribuirsi alle minori vendite di energia elettrica, parzialmente equilibrate da maggiori ricavi per vendite di combustibili e gas. Secondo quanto riporta la nota della società, i maggiori ricavi in Italia e in America latina hanno in parte compensato l’impatto negativo relativo alla variazione dei tassi di cambio delle altre valute rispetto all’euro (pari a circa 0,9 miliardi di euro).
Saipem
I numeri del 2015, insieme agli alti e bassi del petrolio, hanno attirato i fari anche su Saipem (settima posizione). Il gruppo controllato da Eni ha chiuso l’esercizio 2015 con un giro d’affari pari a 11,51 miliardi di euro, in calo dai 12,87 miliardi ottenuti nell’esercizio precedente. Il reddito operativo ha evidenziato un rosso di 452 milioni di euro, risultato che si confronta con l’utile di 55 milioni del 2014. L’anno si è chiuso con un risultato netto in perdita per 806 milioni di euro, dal rosso di 230 milioni del 2014. Il Cda ha proposto di non pagare alcun dividendo.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.