Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti. Sono in compagnia di Alessandro Fonzi, responsabile per l’Italia di Degroof Petercam AM, il cui fondo Petercam Balanced Dynamic Growth ha vinto il Morningstar Award come miglior fondo bilanciato in euro. Buongiorno Alessandro e grazie.
Alessandro Fonzi: Grazie a voi.
Baselli: Il vostro è un fondo multi asset con una forte componente equity: in quest’ultima asset class quale settore o paese ritenete offra le migliori opportunità di rendimento in questo momento? Che tipo di caratteristiche ricercate nelle società?
Fonzi: Il fondo, che è stato lanciato nel 2006, è quasi il clone di un fondo pensione aperto che noi gestiamo in Belgio per il secondo gruppo assicurativo belga sin dal 1999. Questo fondo pensione ha avuto così tanto successo che ci hanno chiesto di clonarlo perché i clienti volevano investirci somme aggiuntive rispetto a quelle fiscalmente deducibili nel fondo pensione aperto. Degroof Petercam ha una lunga tradizione nella gestione di strategie multi asset a lungo termine di questo tipo.
Per rispondere alla tua domanda, il fondo deve investire almeno il 60% dei propri attivi in titoli azionari. La gestione è attiva e ad alta convinzione. Al momento, è sovrappesato in azioni, ma la selezione dei titoli azionari sulla base di parametri fondamentali è molto più importante delle considerazioni top down. Quindi il processo di selezione è basato sui fondamentali, che determinano l’allocazione settoriale o geografica. Detto questo, noi pensiamo che in aquesto momento andremo a operare per molti anni in un contesto di tassi bassi, quindi abbiamo deciso di aumentare l’esposizione ad azioni che pagano un alto dividendo sostenibile. Però, rimanendo il quadro incerto, abbiamo pensato di bilanciare la componente azionaria del portafoglio con una combinazione di azioni ad alto dividendo e difensive con titoli più ciclici, legati ad alcuni temi come ad esempio i consumi.
Noi pensiamo che la sostenibilità delle aziende e del pagamento di dividendi, non necessariamente più alti, perché quelli non sono sempre sostenibili, presenti in questo momento un’opportunità più interessante rispetto a scommesse settoriali o geografiche.
Baselli: Nell’obbligazionario, invece, pensate ci sia ancora potenziale?
Fonzi: A fine 2015 la maggior parte degli investitori pensava che l’epoca delle obbligazioni fosse terminata. A gennaio e febbraio c’è stato un ritorno alla realtà e a marzo le obbligazioni hanno avuto un buon mese. In particolare i bond societari investment grade e quelli ad alto rendimento. Al momento, il team di gestione ha investito il massimo possibile in obbligazioni societarie investment grade. Dopo la correzione di inizio anno, questo segmento non solo offre un rendimento interessante, ma anche un potenziale di ulteriore riduzione degli spread grazie all’acquisto della Bce di corporate bond. Tra l’altro, questa riduzione degli spread potrebbe avere delle ricadute favorevoli anche sulle obbligazioni bancarie e sui titoli governativi periferici; non a caso il fondo ha circa il 6% in titoli governativi italiani.
Baselli: Per chiudere, qual è la vostra view sul rischio inflazione, dato che le Banche centrali stanno continuano a essere molto attive, senza però raggiungere questo obiettivo?
Fonzi: È chiaro che in questo momento il principale obliettivo delle Banche centrali è quello di far risalire l’inflazione. Noi non crediamo che questo possa avvenire nel breve termine, e anche qualora ciò avvenisse, non pensiamo che possa avvenire in un breve lasso di tempo. D’altro canto, la crescita economica globale resta debole e l’economia ha ancora molta capacità produttiva in eccesso.
Baselli: Perfetto, grazie ad Alessandro Fonzi.
Fonzi: Grazie a voi.
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