Le banche di Sua Maestà puntano sui numeri

L’incertezza sull’esito del referendum ha penalizzato i titoli del comparto, ma i fondamentali degli istituti di credito britannici sono più che mai solidi e, alle attuali valutazioni di mercato, anche molto convenienti.

Francesco Lavecchia 03/05/2016 | 10:30
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Il mercato guarda ai sondaggi sul Brexit e perde di vista i fondamentali. Le posizioni degli elettori sono molto vicine (39% i contrari, 38% i favorevli, 23% gli indecisi) e l’incertezza sull’esito della consultazione referendaria tiene in ansia agli operatori. L’avvertimento lanciato dalla Banca d’Inghilterra circa le conseguenze sul sistema bancario di una possibile uscita del Regno Unito dall’Unione europea hanno prodotto forti perdite sui titoli del comparto (l’indice FTSE UK Banks ha registrato un rendimento da inzio anno in euro pari a -17,17% al 29 aprile).

Chi si concentra sui fondamentali degli istituti di credito britannici potrebbe trovare elementi rassicuranti sulla capacità del settore di resistere all’urto del risultato elettorale. Dal punto di vista delle valutazioni, inoltre, le banche della Regina sono tra le migliori del Vecchio continente.

Baclays a sconto del 40%
Barclays ha perso il 20% da inizio anno e ora le sue azioni sono scambiate a un tasso di sconto superiore al 40% rispetto al fair value Morningstar che è pari a 18 sterline. La banca britannica ha da poco nominato un nuovo Presidente e un nuovo Ad, ma le prossime mosse saranno all’insegna della continuità. Gli ultimi anni della gestione sono stati dedicati alla razionalizzazione delle operazioni al fine di guadagnare efficienza operativa e rafforzare la solidità patrimoniale del gruppo.

“Crediamo che le intenzioni del nuovo management siano quelle di puntare sui segmenti in cui la banca gode di una posizione di vantaggio, quali quello retail, quello business e quello delle carte di pagamento, nei quali controlla quote di mercato significative e riesce a generare elevati rendimento del capitale. Poi vuole consolidare la sua presenza sul mercato africano che, grazie alla sua elevata concentrazione, promette margini di profitto generosi”, dice Stephen Ellis analista di Morningstar. “Barclays continuerà ancora a puntare sull’industria dell’investment banking, anche se tali attività verranno ulteriormente ridimensionate dopo i tagli subiti negli ultimi anni. In questo business il gruppo britannico non riesce a generare economie di scala significative, ma al contrario sottrae risorse preziose che invece potrebbero essere destinate ad aumentare la solidità patrimoniale”.

Lloyds rivede la luce
Negli ultimi otto anni Lloyds è riuscita a risalire il baratro del fallimento e ora è tra le più solide banche del Vecchio continente. Dopo la dispendiosa acquisizione di HBOS e la crisi finanziaria innescata dal crack di Lehman Brothers, l’istituto di credito britannico è stato a un passo dal tracollo e si è salvato soltanto grazie all’intervento del Governo che ne ha rilevato il 43,5% del capitale sociale. Grazie a una forte opera di risanamento ora ha uno dei più alti coefficienti patrimoniali e riesce a distribuire dividendi generosi.

“Lloyd è tornata a concentrarsi sul segmento della banca retail, nel quale gode di una forte posizione di vantaggio nei confronti dei competitor, dismettendo progressivamente tutte le attività distanti dal suo core business. La società controlla circa il 20% del mercato britannico. Questo le permette di finanziarsi attraverso i depositi bancari dei propri correntisti, a costi molto bassi, e quindi di ricavare margini di profitto superiori alla media”, dice Erin Davis analista azionaria di Morningstar.

Lloyds è riuscita contemporaneamente a risollevare le sorti del suo business, a migliorare la propria stabilità finanziaria e a restituire agli azionisti parte delle risorse recuperate. Il management, infatti, è stato in grado di portare il Common Equity Tier 1 (indicatore di solidità patrimoniale) al 12,8% e punta a distribuire il 70% degli utili societari garantendo nel 2016 un dividend yield del 5,8%. Le azioni sono ora scambiate attorno alle 67 sterline, a un tasso di sconto di circa il 30% rispetto al fair value Morningstar di 98 sterline.

Royal Bank of Scotland è sulla strada giusta
I dati del primo trimestre non raccontano tutta la verità su Royal Bank of Scotland (RBS). Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, la banca britannica ha più che raddoppiato le perdite (da 459 milioni a 968 milioni di sterline) a causa di pagamenti straordinari per 1,2 miliardi di sterline a favore del Governo, ma i risultati operativi dimostrano come il gruppo sia sulla buona strada per tornare a una gestione profittevole e finanziariamente solida.  Nei segmenti retail e business i prestiti sono saliti del 10% rispetto allo scorso anno e il margine di interesse si è mantenuto attorno al 3%. Questo ha garantito un buon risultato opertativo e un rendimento del capitale (relativamente a questo business) del 26%.

“Con una eredità fatta di pesanti perdite nel segmento dell’investment banking, un elevato ammontare di crediti deteriorati e una reputazione da ricostruire agli occhi dei clienti, il compito del management negli ultimi anni non è stato semplice, ma i risultati sino ad ora realizzati parlano a suo favore”, dice Davis. “Nei prossimi cinque anni ci aspettiamo un ulteriore contrazione dei costi operativi. Gli oneri legati alla ristrutturazione aziendale e quelli legali continueranno a pesare sulla profittabilità del gruppo, ma RBS ha risorse finanziarie e patrimoniali tali da assorbirli senza particolari difficoltà e tornare all’utile già nel 2018”.

In base a queste previsioni gli analisti stimano un fair value pari a 390 sterline, che vale al titolo Royal Bank of Scotland un rating Morningstar di quattro stelle. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Barclays PLC257,20 GBX-2,08Rating
Lloyds Banking Group PLC54,42 GBX-1,09Rating
NatWest Group PLC390,70 GBX-2,45Rating

Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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