I fondi obbligazionari europei cambiano rotta a marzo. Dopo nove mesi di deflussi quasi ininterrotti, hanno segnato un +11,62 miliardi di euro, contribuendo al risultato complessivo dei comparti a lungo termine, che è stato pari a 13,11 miliardi di sottoscrizioni nette.
A marzo, secondo gli ultimi dati del Morningstar asset flow report, provano ad invertire il senso di marcia i fondi bilanciati, che chiudono con un timido +2,83 miliardi, dopo deflussi per oltre 4 miliardi nei primi due mesi. Fanno bene anche gli alternativi (+6,07 miliardi), mentre non riescono a risollevarsi gli azionari (-7,98 miliardi), con gli investitori che rimangono freddi di fronte alla ripresa delle Borse.
Corrono i corporate in euro
Come spesso è accaduto negli ultimi anni, l’inversione di direzione del reddito fisso è stata influenzata dalla Banca centrale europea (Bce), che ha annunciato, nella riunione del 10 marzo, l’intenzione di voler comprare corporate bond non finanziari per stimolare l’economia, nell’ambito del più ampio programma di acquisto di titoli governativi, asset-backed securities e covered bond.
I principali beneficiari sono stati i fondi specializzati sulle emissioni societarie in euro, dal momento che il portafoglio è composto principalmente da titoli investment grade. La categoria ha registrato flussi netti positivi per 3 miliardi. Sono stati popolari anche gli high yield denominati nella moneta unica (+1,72 miliardi). Entrambe le categorie hanno ottenuto il miglior risultato da marzo 2015, quando l’istituto di Francoforte aveva avviato il Quantitative easing. I maggiori beneficiari sono stati Schroder ISF Euro corporate bond (rating Bronze) e Pioneer Euro high yield (Neutral).
Rispuntano gli emergenti
Ma l’intero segmento del reddito fisso ha approfittato della decisione della Bce, con gli investitori che sono usciti dai monetari per entrare in varie categorie obbligazionarie. Un’altra tendenza che è stata catturata dai risparmiatori è il rafforzamento delle valute emergenti, che ha determinato sottoscrizioni nette positive per 1,45 miliardi nei comparti Global emerging market bond in local currency, il miglior risultato da maggio 2014.
I rischi nel segmento high yield in dollari legato al settore energetico e dei materiali di base tiene lontani gli investitori da queste categorie di fondi, che continuano a registrare deflussi (-1,56 miliardi a marzo e -4,3 miliardi nel trimestre).
Chi sale e chi scende
Tra le principali società di gestione europee, Nordea archivia un altro mese record (+2,36 miliardi), grazie soprattutto al fondo Stable Return, che ha superato i 12 miliardi di asset. Marzo è stato positivo anche per Pimco ed Eurizon Capital, mentre BlackRock è scivolata nella lista delle case con più alti deflussi, dove, tuttavia, le peggiori sono state Franklin Templeton e M&G.
Tra i più grandi fondi, si raffredda l’interesse per Standard Life Investment Global absolute return strategy (nelle versioni lussemburghese e inglese, entrambi con rating Bronze). Per il resto, prevalgono i deflussi, con i Templeton Global Bond e Global Total Return (rispettivamente Silver e Bronze) tra i più bersagliati. M&G Optimal Income, che in un anno ha perso 13,6 miliardi di asset, ha ridotto l’emorragia, ma è ancora presto per dire se è giunto a un punto di svolta. Il comparto ha un Analyst Rating pari a Silver.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.