Gli investitori non smettono di giocare la carta della sicurezza. Dopo l’avvio turbolento del 2016, infatti, le scelte di mercato di chi investe in Exchange traded products (Etp) confermano la forte popolarità del bene rifugio per eccellenza: l’oro.
Gli Etp, infatti, essendo strumenti puramente passivi, riflettono nei loro movimenti l’evoluzione dei mercati, senza che la performance venga distorta dalle scelte (buone o cattive) di un gestore attivo. Inoltre, i replicanti vengono sempre più utilizzati come strumenti per posizioni tattiche di breve periodo. Perciò i rendimenti riflettono fedelmente quello che viene definito come il sentiment degli investitori.
Secondo i dati Morningstar, ad aprile, tra il miglior Etp (in termini di rendimento) e il peggiore ci sono oltre 40 punti percentuali (prendendo in considerazione quelli registrati alla vendita in Italia ed escludendo i replicanti strutturati, cioè a leva o short).
Un mese d’oro
Dando uno sguardo alle tabelle sottostanti, ai primi cinque posti della Top Ten dei fondi passivi quotati in Europa che hanno reso di più il mese scorso, ritroviamo solo strumenti dedicati al metallo giallo. Dall’inizio dell’anno, infatti, gli Etp auriferi hanno ampiamento compensato i deflussi segnati negli ultimi due anni.
Oltre al metallo giallo, tra i migliori replicanti del mese troviamo anche tre fondi dedicati al petrolio Brent, attualmente scambiato a oltre 44 dollari al barile, contro i 28 di fine 2015.
“Il petrolio è stato il tema dominante sui mercati finanziari a partire dal primo giorno dell'anno, agendo da catalizzatore sia per il forte calo delle azioni e del credito, sia per il recupero che ha avuto luogo a partire da metà febbraio”, ha commentato in una nota Lukas Daalder, direttore investimenti di Robeco Investment Solutions. “Storicamente c’è stata una chiara correlazione tra i livelli intra-day dello S&P 500 rispetto al prezzo del West Texas Intermediate (WTI), e tra lo Stoxx 50 rispetto al prezzo del Brent: in genere, un movimento del barile di un dollaro comporta uno slittamento nella stessa direzione di circa l’1% sui mercati azionari. Tuttavia, crediamo che i mercati si siano ormai abituati all’elevata volatilità del greggio, ragion per cui questa correlazione andrà scemando”, ha concluso Daalder.
Emergenti in difficoltà
Dall’altro lato, la Flop Ten è decisamente più eterogenea. Al primo posto (che indica il peggior Etp del mese) troviamo un fondo dedicato ai mercati di frontiera africani, un’asset class molto volatile, seguito da un replicante della Borsa polacca. Più in basso si notano anche due Etp che replicano settori industriali cinesi e un’altro strumento dedicato al mercato di Taiwan.
Infine, aprile è stato un mese negativo anche per delle soft commodity quali il bestiame e il caffé.
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