Il 2016 sembra sorridere alle stock di bassa qualità. I titoli delle società europee a cui gli analisti di Morningstar non riconoscono un Economic Moat (una posizione di vantaggio competitivo all’interno del settore) hanno corso di più, da inizio anno e fino alla fine di aprile, di quelli emessi dalle società con un Moat elevato o medio (il rendimento è stato rispettivamente +0,6%, -1,8% e -5,9%).
Aprile è stato un mese positivo per le azioni del Vecchio continente, ma si è rivelato particolarmente generoso con il segmento delle società con un vantaggio competitivo assente (no Moat), che ha guadagnato il 5% (il rendimento è stato calcolato pesando i titoli in base alla capitalizzazione di mercato) mentre quelle con Moat elevato hanno portato a casa un guadagno dell’1,2%. Tra i titoli che più hanno contribuito alla performance del 5% troviamo UPM-Kymmene Oyi e Vallourec nel comparto materie prime e Total e Transocecan in quello energia.
Va ricordato, comunque, che le aziende con un Moat elevato realizzano storicamente rendimenti superiori rispetto a quelle che non lo hanno.
Ma quali sono le società europee con un vantaggio competitivo elevato? Delle 250 analizzate dagli analisti di Morningstar solo 32 presentano una forte posizione in questo senso, ma è interessante notare come (vedi tabella) esse siano ben distribuite tra i diversi settori e industrie.
Il rapporto Prezzo/Fair value (P/FV) delle azioni europee evidenzia come le stock con un Moat elevato siano quelle scambiate ai prezzi più convenienti, con un P/FV mediano pari a 0,92, rispetto allo 0,95 e 1,10 di quelle con un vantaggio competitivo medio e assente.
Se si prende in considerazione il fattore dell’incertezza (riferita alla stima del fair value assegnato dagli analisti e classificata in: bassa, media e alta), le società europee con un elevato grado di incertezza hanno fatto meglio, ad aprile, rispetto a quelle meno volatili (2,8% contro 1,5%), mentre negli ultimi 12 mesi il bilancio è stato favorevole a queste ultime (2,6% contro -13,1%).
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