Nel 2015, le performance delle strategie azionarie internazionali orientate al dividendo sono state deboli, ma gli investitori hanno continuato a puntare su questo tipo di fondi. In media, la categoria Globali-reddito di Morningstar ha reso l’8,06% contro il 10,4% dell’Msci World in euro. Nello stesso periodo, le sottoscrizioni nette in Europa sono state pari a 725,07 milioni contro riscatti netti per oltre 2 miliardi dall’equity large cap value.
Negli ultimi cinque anni, il patrimonio degli azionari globali-reddito è cresciuto del 338%, molto più dell’equity internazionale, che si è fermato a +60%. I flussi netti del 2015 sono stati inferiori al periodo precedente, anche se positivi, ma i primi mesi del 2016 hanno mostrano un ravvivato interesse per questa strategia. Da gennaio ad aprile, la raccolta è stata di 866,6 milioni, unica voce “in nero” tra i comparti specializzati sulle large cap globali. In una fase di forte volatilità, la loro natura più difensiva, unita alla necessità degli investitori di cercare valore in asset class alternative alle obbligazioni governative, che spesso hanno rendimenti negativi, è stata apprezzata dai risparmiatori.
Questione di dimensioni
In termini patrimoniali, la categoria Global equity-income è la seconda più grande all’interno dell’offerta azionaria internazionale, con 76,27 miliardi di euro in gestione. La prima è quella large cap blend (353,33 miliardi). Quest’ultima ha mostrato qualche segnale di calo nella popolarità nei primi mesi del 2016, in particolare i riscatti hanno superato le sottoscrizioni a marzo per oltre un miliardo.
L’energia pesa sulle strategie value
Per quanto riguarda gli stili, il patrimonio delle strategie internazionali orientate al valore (value) supera, ma di poco, quello dei fondi growth. Il primo ammonta a quasi 60 miliardi; il secondo a circa 53 miliardi. Tuttavia, la raccolta delle due categorie è asincrona: nel 2013, ad esempio, gli azionari globali value hanno registrato flussi netti per 797,34 milioni contro deflussi per 337 milioni per l’equity growth. Nel 2015 questi ultimi hanno sofferto in misura minore la volatilità delle Borse. L’anno scorso l’indice Msci World value è salito del 6,02%, meno di quello globale (+10,42%) e di quello growth (+14,86%), in quanto è stato penalizzato dal peso degli energetici e dei finanziari e dalla minor esposizione a settori come i beni di consumo, i farmaceutici e i tecnologici.
Crescita di 10 mila euro negli indici globali (3 anni)
In crescita le taglie small
Un altro trend interessante è quello dei fondi specializzati sulle small cap. Nonostante il patrimonio sia inferiore a quello delle categorie large cap, la crescita è stata costante negli ultimi cinque anni, portando gli asset complessivi a superare i 10 miliardi nel 2015. La dinamica è stata positiva anche da gennaio, con l’eccezione di febbraio, supportata da rendimenti migliori rispetto all’indice Msci World, seppur negativi. Nella prima parte del 2016 (fino al 12 maggio), l’Msci World small cap ha perso il 3,3% (-4,6% l’Msci World).
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