Sono oltre trenta i fondi con un mandato socialmente responsabile che sono stati lanciati dall’inizio del 2016 in Europa. Di questi una decina sono disponibili anche per gli investitori italiani. L’ultimo, Nordea 1 – Global Stars Equity fund ha debuttato il 17 maggio ed è un azionario internazionale svincolato da benchmark, che combina la tradizionale selezione bottom-up (dal basso verso l’alto) dei titoli con l’attenzione ai fattori ESG (acronimo di Enviromental, social e governance). Gestito da Johan Swahn e Daniel Ovin di Nordea Asset Management, può contare su un team di 41 specialisti negli investimenti sostenibili.
Un febbraio caldo
La maggior parte dei neonati fondi di questo tipo, tuttavia, è stata collocata sul mercato italiano a febbraio. Due appartengono alla gamma BNP Paribas Easy e replicano rispettivamente l’andamento degli indici MSCI Europe ex UK e MSCI Pacific ex Japan che escludono dal loro paniere i produttori di armamenti, come bombe a grappolo, armi chimiche o biologiche, ecc. Uno è stato lanciato da Deutsche Asset Management, il Fixed Maturity FlexInvest ESG 2021, che si pone l’obiettivo di rivalutare il capitale, conservando un valore minimo pari almeno all’80% della quota (Nav), con investimenti che tengono conto di fattori ESG.
Il primo febbraio, invece, si è chiuso il collocamento del comparto UBI Sicav Social 4 Future, un bilanciato prudente, che costruisce il portafoglio seguendo principi di eticità e responsabilità sociale e che ha registrato sottoscrizioni per circa 280 milioni di euro. Inoltre, prevede la devoluzione di parte delle commissioni del primo anno al progetto Youth&Innovation dell’Unicef, per la formazione di 3 mila giovani siriani, palestinesi e libanesi presenti in Libano.
L’impact investing
La possibilità per i risparmiatori di devolvere parte delle fee non è una novità nel panorama italiano. Pioniere in questo approccio è stata Sella Gestioni, che in 15 anni ha destinato oltre 1,3 milioni di euro. L’anno scorso la Sgr, guidata da Nicola Trivelli, ha sposato l’approccio dell’impact investing, trasformando il fondo storico Nordfondo etico obbligazionario misto, che oggi si chiama Investimenti sostenibili, in un comparto che ha l’obiettivo di coniugare efficienza finanziaria e sviluppo sociale. La casa di gestione, infatti, ha anche pubblicato recentemente il primo “Report d’impatto” per un fondo comune, ossia un bilancio annuale concreto e dettagliato che illustra i risultati ambientali e sociali raggiunti grazie agli investimenti effettuati nel corso del 2015.
Emergenti sostenibili
L’utilizzo di criteri extra-finanziari nella costruzione del portafoglio sta diventando sempre più pervasiva nel mondo degli investimenti, come testimonia l’applicazione di questo approccio ai mercati emergenti. Due esempi sono BMO Global Asset Management, che ha introdotto un filtro in materia ambientale, sociale e di governance (ESG) al fondo BMO Responsible Global Emerging Markets Equity (SICAV) e Degroof Petercam, che ha pubblicato una classifica di sostenibilità utilizzata per definire l’universo di investimento dei fondi SRI specializzati sul debito governativo (Petercam L Bonds Emerging Markets Sustainable e Petercam L Bonds Government Sustainable). Ad essere analizzati non sono solo i Paesi Ocse, ma anche quelli emergenti e di frontiera, sulla base di cinque pilastri: trasparenza delle istituzioni e valori democratici, tutela dell’ambiente, popolazione, salute e distribuzione della ricchezza, istruzione, ricerca&sviluppo ed economia. Anche East Capital ha recentemente modificato il suo approccio, cambiando la strategia del fondo East Capital China per puntare sulle opportunità derivanti dalle sfide ambientali che deve affrontare Pechino (ora il comparto si chiama East Capital China Environmental).
Trend demografici
Che il 2016 promettesse bene sul fronte della diffusione dell’approccio sostenibile si è visto fin dall’inizio. Tra la fine del 2015 e l’inizio di quest’anno, hanno debuttato diverse classi del fondo Generali IS SRI Ageing Population, che investe in aziende europee ben posizionate per sfruttare le opportunità derivanti dall’invecchiamento della popolazione, costruendo un portafoglio che tiene conto del profilo di sostenibilità ambientale, sociale e di governance delle società. A gennaio è stato lanciato anche Pictet Security HR, un azionario internazionale, che ricerca società che contribuiscono ad assicurare l'integrità, la salute, la libertà degli individui, delle imprese o dei governi, attive in campi quali la sicurezza su Internet e nelle telecomunicazioni, la protezione della salute, dei dati e dell'ambiente, la sicurezza sul lavoro e la difesa dello stato.
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