Emilio Salgari, conosciuto per la produzione di romanzi d’avventura ambientati in luoghi esotici, ma anche per lo scarso acume finanziario che lo fece vivere sempre in povertà nonostante il successo dei suoi libri, magari sarebbe sorpreso. Il mercato borsistico, infatti, sembra aver scoperto le opportunità della Malesia, il paese dove è ambientata la saga di Sandokan, uno dei suoi personaggi più famosi.
Facendo l’analisi delle migliori categorie Morningstar dell’ultimo mese (fino al 30 maggio e calcolate in euro) balza all’occhio la presenza, nelle prime 10 posizioni, di otto segmenti dedicati ad asset Malaysian: si va dal +11,3% del comparto puramente equity, al +6,3% del MYR money market passando dal +8,5% dell’Islamic MYR allocation. Voglia di esotico e di avventura da parte degli investitori o ricerca di rendimento in categorie di solito poco considerate? “La Malesia è un mercato molto piccolo e di solito non viene preso in considerazione dagli investitori”, spiega Patricia Oey, analista di Morningstar. “Nel paese però si trovano alcune aziende gestite molto bene in grado di generare tassi di crescita interessanti”. A questo si aggiunge un miglioramento progressivo della situazione politico-economica. “I leader dello stato hanno più volte dichiarato di voler raggiungere lo status di nazione sviluppata entro il 2020 (il piano si chiama New Economic Model, Ndr). Non è detto che riescano a rispettare la scadenza. Ma per arrivare all’obiettivo il governo ha iniziato a cambiare radicalmente il sistema dei sussidi, sta migliorando gli standard scolastici e ha messo in campo iniziative per richiamare investimenti stranieri”.
I vantaggi della diversificazione
La crescita economica del paese (+7% l’anno per 25 anni, secondo i dati della Banca mondiale) ha interessato quasi tutte le fasce della popolazione. La quota delle famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà (fissata a un minimo income di 8,50 dollari al giorno) è scesa dal 50% degli anni ’60 a meno dell’1%. Dal punto di vista economico, il paese dell’Asia sudorientale è riuscito a diversificare le fonti delle sue entrate: se negli anni ’70 era conosciuto soprattutto per la produzione di stagno e gomma, oggi è considerato un paese leader nell’esportazione di prodotti elettrici ed elettronici e di gas naturale. Anche grazie a questo mix produttivo, secondo l’ultimo report della World Bank, è riuscito a recuperare velocemente dalla crisi mondiale del 2007-2009.
“I fondi specializzati sulla Malesia hanno in portafoglio soprattutto titoli bancari”, spiega Oey. “Nella maggior parte dei casi si tratta di istituti che, grazie a varie acquisizioni di piccole realtà nei paesi vicini, sono diventati dei player a livello regionale. Nel medio termine dovrebbero essere in grado di sfruttare le iniziative del governo per trasformare Kuala Lumpur in un centro di investimenti, soprattutto per quanto riguarda la finanza islamica”.
Un’altra area importante dell’economia del paese è l’esportazione di olio di palma. “Si tratta di un settore molto volatile, il cui andamento dipende dalla domanda estera (i primi importatori sono i cinesi, Ndr) e dai capricci del tempo”, spiega l’analista di Morningstar. “La produzione, tuttavia, è in mano a conglomerati che hanno attività molto diversificate e questo impedisce ai loro titoli di andare in altalena”.
Occhio anche alla Fed
Tutto questo non significa che ci si debba buttare mani e piedi a comprare asset malesi. I rischi infatti, non mancano. “Uno dei pericoli è la volatilità degli investimenti stranieri che possono essere condizionati, come per la maggior parte dei paesi emergenti, dalla normalizzazione della politica monetaria degli Stati Uniti”, spiega l’ultimo Outlook sul paese redatto dalla Banca mondiale. “Nel medio e lungo termine, molto dipenderà dalla capacità della politica di rafforzare le riforme strutturali, di portare avanti una seria politica fiscale e di aumentare la competitività all’interno dei diversi segmenti economici”.
In italia ci sono alcuni prodotti specializzati nell'equity malese. Gli asset del paese sono anche presenti in molti fondi specilizzati sull'Asia ex Japan e sull'area ASEAN.
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