L’industria delle energie rinnovabili non è più una nicchia di mercato. Secondo l’Irex annual report 2016 redatto da Althesys strategic consultants, nonostante la debolezza congiunturale, nel 2015 il segmento ha catalizzato la maggior parte degli investimenti in nuova generazione elettrica in Europa e un’ulteriore spinta dovrebbe arrivare dall’accordo per l’estensione del Pacchetto Clima al 2030 che richiede una quota di rinnovabile almeno del 45% dei consumi elettrici.
L’Italia non fa eccezione. Nel 2015, gli investimenti hanno superato i 9,9 miliardi di euro con un aumento della potenza del 31,5% rispetto al 2014. Il settore, però, è in evoluzione: dopo la prima fase di rapida crescita, dal 2013 è cominciato il consolidamento.
Redditività in aumento
La diminuzione degli incentivi pubblici, una tendenza comune in Europa, ha un minore impatto rispetto al passato, in quanto il progressivo calo dei costi migliora la sostenibilità economica di questi investimenti. Come si legge nel report, la riduzione degli stimoli non ha modificato in modo sostanziale il quadro del settore eolico, “che mostra ancora una buona profittabilità nella maggior parte dei paesi europei”. Per quanto riguarda il fotovoltaico, la crescita nel 2015 è stata del 15%, pari a 8 GW (gigawatt) di nuova potenza, soprattutto tramite le installazioni medio-piccole, le quali sono competitive con le fonti tradizionali nei paesi dove i prezzi elettrici al consumo sono alti, anche se, come in Italia e Spagna, sono stati sospesi gli incentivi diretti (laddove permangono gli stimoli hanno una reddittività ancora più alta).
Le rinnovabili in Borsa
Il 2015 ha segnato il ritorno degli investitori finanziari che, in particolare in Italia, hanno un ruolo importante nelle operazioni di riassetto e consolidamento dell’industria. Sono stati protagonisti anche in Borsa. L’indice Irex (Italian renewable index), che dal 2008 traccia l’andamento delle small e mid cap attive nelle rinnovabili e quotate a Piazza Affari, ha guadagnato il 6% nel 2015, facendo meglio del benchmark del comparto energetico tradizionale (indice Ftse Italia all-share Oil&Gas) e lasciandosi alle spalle il trend negativo del 2014. I primi mesi del 2016 hanno confermato la dinamica positiva in Borsa del paniere Irex, che è composto da 15 società per una capitalizzazione di circa 630 milioni di euro (ad aprile 2016).
Portafogli alternativi
Nei portafogli dei fondi azionari del settore delle energie alternative (disponibili agli investitori privati in Italia), il peso delle aziende tricolori è in media del 3-4% ed è rappresentato dalle società di maggiore capitalizzazione, come Enel Green Power (dati disponibili al 30 aprile 2015). A livello geografico, infatti, l’esposizione più significativa è sul mercato statunitense, che copre in media quasi il 40% del patrimonio. D’altra parte non esistono fondi di diritto italiano con focus sulle rinnovabili, per cui l’offerta è costituita da prodotti esteri.
Il Morningstar Portfolio sustainability score, che misura la performance del portafoglio dal punto di vista dell’attenzione ai fattori ambientali, sociali e di governance, è in media di 55,7 punti per i fondi della categoria disponibili in Italia, quindi superiore alla media dell’offerta complessiva europea. Il migliore all’interno della categoria specializzata sul settore è BGF World Energy fund, che ha cinque globi, ossia il livello massimo del Morningstar Sustainability rating.
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