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L’alternativo non prende il posto del bilanciato

La ricerca di rendimento e stabilità ha premiato entrambe le tipologie di prodotti nell’ultimo triennio. I primi, tuttavia, hanno masse in gestione ben più grandi, mentre i secondi rappresentano ancora una piccola porzione dei portafogli degli investitori.

Sara Silano 20/06/2016 | 09:46
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Le strategie bilanciate saranno sorpassate da quelle alternative nei portafogli degli investitori europei? I primi mesi del 2016 avevano lasciato intendere questa possibilità, ma gli ultimi dati sui flussi hanno rimescolato le carte.

Tra gennaio e febbraio, i fondi europei di allocation hanno registrato riscatti per quasi 5 miliardi di euro, mentre quelli che adottano strategie simili agli hedge fund (nel rispetto dei vincoli posti dalla normativa europea Ucits) hanno raccolto circa 5,24 miliardi. Ad aprile, tuttavia, le distanze si sono ridotte sia perché i primi sono tornati popolari tra gli investitori sia perché i secondi hanno rallentato la corsa.

Flussi netti bilanciati alternativi 2016

Le differenze
Nonostante la continua evoluzione dell’approccio agli investimenti, le due tipologie di fondi non vanno confuse. I bilanciati, anche nelle versioni più flessibili, costruiscono i loro portafogli con un mix di classi di attivi (azioni, obbligazioni, liquidità, ecc.). Gli alternativi, invece, adottano strategie particolari con l’obiettivo di essere meno correlati con i mercati e gli approcci tradizionali. Ad esempio, i multi-strategy, che hanno registrato una forte crescita nell’ultimo anno (+26,4% l’organic growth rate, che esprime l’incremento dei flussi in rapporto al patrimonio iniziale), si caratterizzano per la combinazione di più strategie alternative(posizioni lunghe e corte su azioni, obbligazioni, valute, ecc.) e sistemi rigorosi di controllo del rischio.

Anni record
Mentre gli alternativi, sono entrati nei portafogli degli investitori con forza negli ultimi tre anni, i bilanciati hanno una storia ben più lunga, fatta di alti e bassi. Dopo il 2008 hanno conosciuto una seconda vita, perché i risparmiatori hanno cercato rendimenti e sicurezze fuori dai mercati dei titoli governativi, diventati poco redditizi a causa dei bassi tassi di interesse, senza esporsi troppo alla volatilità delle Borse.

I fondi di allocation hanno risposto a questa duplice esigenza (rendimenti e stabilità) soprattutto nel 2015, che è stato un anno record in termini di raccolta. I flussi netti sono stati pari a 147,9 miliardi, il livello più alto da quando Morningstar ha cominciato a calcolare i dati nel 2007. Anche il 2014, tuttavia, aveva lasciato il segno con sottoscrizioni nette per 136,2 miliardi.

Flussi netti bilanciati alternativi 2009 2016

Dimensioni da giganti
Nel 2015, il patrimonio complessivo dei fondi bilanciati europei ha superato i mille miliardi di euro (1.084 miliardi a fine aprile 2016). Nel 2007 era di 328,63 miliardi. Gli alternativi hanno dimensioni più contenute: gli asset under management ammontano a circa 176 miliardi (erano 82,6 nel 2007). Entrambi i segmenti, tuttavia, hanno mostrato tassi di crescita a due cifre dal 2013 al 2015, il che fa pensare a una complementarietà più che a una sostituzione degli uni con gli altri all’interno del portafoglio. Questa ipotesi è confermata dal fatto che, mentre a fine anno sembrava che prendessero strade differenti, successivamente si è registrata una tendenza alla convergenza sia nei flussi sia nei tassi di crescita.

Crescita patrimonio netto bilanciati alternativi 2016

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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