I mercati azionari hanno reagito male alla vittoria del “sì” nel referendum inglese per l’uscita dall’Unione europea. Il Ftse/Mib registra a metà giornata perdite intorno al 10% e sono in forte ribasso tutte le piazze finanziarie del Vecchio continente (l’Eurostoxx è in calo di oltre l’8%). Ha aperto in rosso anche Wall Street. I titoli bancari ed assicurativi sono i più penalizzati e gli investitori corrono verso le obbligazioni governative tedesche e americane, considerate, insieme all’oro e ad alcune valute un bene rifugio, mentre la sterlina ha toccato i minimi dal 1985.
Cosa fare
Gli investitori, che non hanno un approccio mordi-e-fuggi, tuttavia, devono stare tranquilli ed evitare di farsi sopraffare dall’emotività. “Niente panico”, dice Dan Kemp, responsabile degli investimenti EMEA di Morningstar Investment Management (MIM). “Gli investitori devono domandarsi: cosa realmente significhi e come affrontare la situazione. Il primo interrogativo è molto più sfidante del secondo, in quanto gli scenari possibili sono veramente tanti. Il vero pericolo è che si agisca d’impulso e con troppa sicurezza in se stessi. Rispondere al secondo quesito, però, è più semplice: gli investitori devono ricercare le opportunità che si creeranno, lasciando ai trader e agli esperti i movimenti di breve”.
E’ possibile che i prossimi giorni siano dominati dalla volatilità, ma sarebbe un errore abbandonare i propri piani di investimento e gli obiettivi per i quali sono stati costruiti, con l'unico scopo di inseguire i mercati. Il rischio è di vendere ai minimi per poi riacquistare ai massimi, con conseguenti perdite. Per gli investitori di lungo periodo è importante mantenere un approccio prospettico, ricordando che la volatilità è intrinseca al funzionamento dei mercati.
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