Lo yen tradisce l’auto made in Japan. Il rafforzamento della valuta giapponese nei confronti del dollaro Usa, previsto dagli analisti di Morningstar per i prossimi cinque anni, danneggerà i margini di profitto di Toyota e Honda. I minori guadagni e l’aumento della concorrenza sui mercati emergenti sono i principali fattori che hanno prodotto il taglio del fair value* e il conseguente downgrade del Morningstar Rating* per i due titoli del comparto automotive nella scorsa settimana.
Margini in calo per Toyota
“Siamo fiduciosi che la crescita dei volumi di produzione permetterà a Toyota di realizzare economie di scale più elevate, ma la maggior concorrenza sul mercato e l’indebolimento delle valute nei paesi emergenti ci ha costretti a modificare le nostre previsioni per i prossimi cinque anni”, dice David Whiston analista azionario di Morningstar.
“Abbiamo rivisto al ribasso le attese future relative alla crescita media del fatturato, dal 5,5% al 3%, e quelle riguardanti il margine operativo, dal 7% al 5,5%, e in base a queste nuove previsioni la valutazione del fair value* del titolo è scesa da 6.464 a 5.205 yen (report pubblicato in data 29 giungo 2016) ”.
Honda paga anche i dati del quarto trimestre
Diversamente da Toyota, Honda non ha concentrato la sua produzione all’interno dei confini nazionali e per questo non dipende dal Giappone per l’export. Questo la espone meno alle fluttuazioni del tasso di cambio yen/dollaro, ma l’atteso deprezzamento del biglietto verde nei confronti della valuta giapponese contribuirà anche nel suo caso a una contrazione dei margini di profitto nei prossimi cinque anni.
“L’impatto del tasso di cambio è solo una delle componenti che giocano a sfavore di Honda. La casa giapponese ha volumi di produzione significativamente inferiori rispetto ai leader del settore come Toyota e Volkswagen, è meno competitiva sul mercato cinese, a causa della limitata offerta nel segmento SUV e luxury, e sul mercato statunitense non può beneficiare di joint venture che le permettano di produrre a costi concorrenziali”, dice Whiston. “Queste considerazioni, unite ai dati dell’ultimo trimestre, in cui il gruppo ha riportato un risultato operativo in perdita di oltre 60 miliardi di yen, ci ha costretto a rivedere le stime future relative al margine Ebit, dal 4% al 3,5, e di conseguenza anche la valutazione del fair value da 2.635 a 2.131 yen (report pubblicato in data 29 giungo 2016) ”.
* Fair value: Il Fair value del titolo deriva dalle stime dei futuri flussi di cassa della società. Sulla base di studi di settori e della singola società, gli analisti formulano delle previsioni relative al conto economico, allo stato patrimonio e agli investimenti di capitale dell’azienda, le quali andranno ad alimentare il modello discount cash flow (DCF) proprietario di Morningstar. Il processo di stima contempla anche analisi di scenario e del contesto competitivo della società (Economic moat), e vari altri strumenti di valutazione. La combinazione delle stime degli analisti e del giudizio sul Moat dell’azienda permette di misurare per quanto tempo il rendimento del capitale investito sarà verosimilmente superiore al costo al quale si finanzia la società. I flussi di cassa, che rappresentano la liquidità disponibile per remunerare tutti i soggetti che finanziano l’azienda (azionisti, creditori, etc), sono scontati al costo medio ponderato del capitale (WACC). Il WACC viene calcolato prendendo in considerazione il costo legato al debito, agli azionisti, alle azioni privilegiate e a qualsiasi altra fonte di finanziamento e facendo delle previsioni di lungo termine circa il valore di mercato dei relativi pesi. Se le ipotesi degli analisti sono corrette, il prezzo di mercato con il tempo convergerà alla stima del Fair value, generalmente entro tre anni. Gli investimenti in titoli sono soggetti al rischio di mercato e ad altri rischi. La performance passata di un titolo può essere replicata o meno in futuro e non è indicativa della performance futura. Per informazioni dettagliate relative al Fair Value qualitativo, clicca qui.
** Il Morningstar Rating misura il grado di convenienza dei titoli sul mercato. Il rating massimo di 5 stelle, equivale alla raccomandazione di acquisto, quello minimo di 1 stella, equivale alla raccomandazione di vendita. Per informazioni dettagliate relative alla metodologia del rating clicca qui.
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