VIDEO: Consulenza, la strada è lunga

Secondo Nadia Linciano (Consob) meno del 20% degli investitori italiani si rivolge a professionisti fee-only. La chiave è l’educazione finanziaria.

Valerio Baselli 06/07/2016 | 09:13
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Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti. Sono in compagnia di Nadia Linciano, responsabile dell’Ufficio studi economici della Consob. Buongiorno Nadia e grazie.

Nadia Linciano: Grazie.

Baselli: È da diversi anni che in Italia si parla di consulenza indipendente, la telenovela riguardo l’Albo dei consulenti fee-only è durata parecchio tempo, fino alla nascita poi dell’Albo unico che ha unito promotori classici e consulenti indipendenti. Oggi a che stadio di sviluppo è l’attività di consulenza finanziaria in Italia secondo lei?

Linciano: È molto basso. Le nostre ultime rilevazioni indicano che circa il 20-25% degli investitori si avvale di un consulente. La parte restante preferisce avvalersi della cosiddetta informal advise, cioè rivolgersi ad amici, parenti, colleghi, per trovare le scelte d’investimento che ritiene più adeguate. E la fetta d’investitori si riduce ulteriormente se consideriamo quelli che si rivolgono alla consulenza Mifid, quella che ha per oggetto raccomandazioni personalizzate e specifici strumenti finanziari. Quindi nel complesso il grado di sviluppo è ancora basso, ci sono notevoli margini di miglioramento.

Baselli: Le reti di promotori hanno subito diversi cambiamenti nel corso degli ultimi anni, anche per ragioni regolamentari. Secondo lei ha ancora senso distinguere la figura del promotore e quella del consulente?

Linciano: Quello che posso dire è che sicuramente la domanda non ha chiara la differenza tra queste due figure. Lo vediamo ancora una volta dalle nostre indagini campionarie, c’è molta confusione; le persone non sanno se si rivolgono a un consulente vero e proprio, a un promotore, a un funzionario di baca o a un funzionario di banco posta. Quindi questa differenza non è percepita. Ora, come giustamente diceva lei da un punto di vista regolamentare ci sono molte evoluzioni, anche in materie della certificazione delle competenze dei consulenti, e questo forse potrà dare un senso maggiore a questa differenza se è opportuno che ancora esista.

Baselli: E quindi alla luce di questa situazione, Quali saranno i principali driver di crescita della consulenza in Italia?

Linciano: Un aspetto molto importante è sicuramente l’educazione finanziaria dei risparmiatori. Lo abbiamo visto anche nel nostro ultimo Quaderno di finanza Consob, dal quale emerge proprio che sono le persone più istruite, con una cultura finanziaria più elevata, a domandare consulenza. Perché sono anche quelle persone più consapevoli delle proprie capacità e della necessità di avere il supporto di un esperto. È chiaro che si tratta di un processo molto lungo perché l’educazione finanziaria può dare i suoi frutti nel medio lungo periodo, ma è sicuramente un’attiva sulla quale occorre fare molti investimenti per permettere a tutti di prendere delle scelte più adeguate.

Baselli: Perfetto, grazie mille a Nadia Linciano.

Linciano: Grazie.

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Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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