Gli investitori europei che a giugno sono usciti dai fondi azionari hanno scelto solo in parte di rifugiarsi nei più tranquilli monetari. Secondo il Morningstar asset flow report di luglio, i comparti equity hanno avuto riscatti netti per 21,3 miliardi di euro, quelli di liquidità sottoscrizioni nette per “appena” 7,1 miliardi.
Il dopo-Brexit
Il voto inglese favorevole all’uscita dall’Unione europea (Brexit) ha allontanato gli investitori dalle attività finanziarie più volatili. Ne hanno fatto le spese soprattutto i fondi specializzati sulle Borse europee, per i timori di instabilità politica e di indebolimento del quadro economico e finanziario. Hanno sofferto deflussi anche i comparti azionari specializzati sul Regno Unito, ma non ci sono state fughe di massa: solo quattro categorie su sette hanno registrato riscatti superiori alle sottoscrizioni. In termini assoluti, il segmento più penalizzato è stato quello dell’UK Equity income.
Oltre ai monetari, hanno beneficiato dell’aumento dell’avversione al rischio i fondi obbligazionari a breve termine, che hanno contribuito in modo significativo al risultato positivo del reddito fisso a giugno (+4 miliardi di raccolta netta).
Bene i multistrategy
Le strategie alternative hanno risposto solo in parte alla ricerca di soluzioni svincolate dall’andamento dei mercati. I flussi netti, pari a 1,6 miliardi, sono modesti se comparati ai risultati dei mesi scorsi. La categoria più popolare è stata quella dei multistrategy, che combinano diverse strategie alternative (+2,6 miliardi).
Sono stati molto contenuti anche i flussi nei bilanciati (+658 milioni). La categoria che più ha contribuito al saldo positivo è quella dei bilanciati-altro, nella quale sono compresi molti fondi a scadenza italiani. Non è un caso che la migliore società di gestione in Europa, per raccolta netta a giugno, è Eurizon Capital (gruppo Intesa Sanpaolo), che è molto attiva in questo segmento. Hanno avuto un andamento positivo anche i comparti di allocation flessibili e moderati in euro.
Chi sale e chi scende
Oltre ad Eurizon Capital, hanno avuto flussi netti positivi Union Investment (società di gestione delle banche cooperative tedesche) e Aviva Investors. Sono tutti con il segno meno i big del risparmio internazionale, primi fra tutti Franklin Templeton, BlackRock e Fidelity.
I deflussi hanno continuato a colpire i più grandi fondi europei, tra cui Carmignac Patrimoine, Templeton global bond e global total return, BlackRock GF global allocation fund e M&G Optimal income. Quest’ultimo (in particolare la classe coperta in euro) ha perso in dodici mesi circa il 37% di asset a causa dei deflussi, nonostante i rendimenti superiori alla categoria dei bilanciati prudenti globali.
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