Brexit e golpe in Turchia - insieme alle buone valutazioni - hanno fatto tornare in auge biotech e Asia (ex Japan). Due asset di investimento che sembravano essere stati messi nel cassetto.
L’analisi delle performance delle categorie Morningstar mostra che nelle settimane seguenti all’addio del Regno Unito all’Ue, il comparto che raccoglie l’azionario dedicato alla parte più innovativa dell’industria farmaceutica, dal 24 giugno al 27 luglio, ha guadagnato (in euro) l’11,3%.
Molta salute
Un bel salto per un settore che, nelle settimane precedenti, aveva lasciato per strada quasi il 9%. “Gli investitori hanno approfittato delle buone valutazioni e della robusta crescita attesa grazie ai processi di innovazione e all’ondata di fusioni e acquisizioni”, spiega un report di Sectoral Asset management.
Le aziende del biotech, peraltro sono state le top performer anche nei giorni seguenti al tentato colpo di stato in Turchia, segno che la trasformazione di questo asset in un settore sempre più difensivo come il pharma forse è stata quasi completata. “Probabilmente vedremo un po’ di volatilità sul settore quando si avvicineranno le elezioni presidenziali americane. Le quotazioni attuali, in ogni caso, rappresentano una opportunità interessante per gli investitori che hanno obiettivi di medio e lungo termine”. Fra i fondi biotech disponibili in Italia ad approfittare del rinnovato interesse per il segmento è stato soprattutto UBS (Lux) EF Biotech (USD) P-acc che, dal giorno di Brexit, ha guadagnato il 16,7%. Fra le caratteristiche del portafoglio c’è il fatto di essere concentrato quasi esclusivamente su società made in Usa. Un elemento che dovrebbe mettere ulteriormente al riparo il portafoglio dai fattori di incertezza che stanno caratterizzando il Vecchio continente. Il fondo ha una Deviazione standard a tre anni del 29,83% contro il 26,12% della media di categoria.
Destinazione Asia
Un'altra destinazione gettonata dopo Brexit e in seguito ai fatti turchi è stata l’Asia (ex Japan). La categoria Morningstar che raccoglie i fondi dedicati alla regione dal giorno seguente al referendum inglese ha guadagnato quasi il 9% (ricevendo un ulteriore spinta dopo i fatti del Bosforo). Anche in questo caso, ad attirare gli investitori sono stati soprattutto i prezzi. “Le valutazioni sul mercato azionario in Asia ex-Japan si attestano sui minimi da molti anni e ben sotto i livelli medi di lungo periodo”, spiega uno studio firmato da Anh Lu, gestore del fondo Asia ex Japan Equity di T. Rowe Price “E’ pur vero che sono così convenienti per un motivo ben preciso, dato che i ritorni sull'azionario sono scesi e gli utili hanno deluso”.
Sono molti gli elementi che hanno influenzato il mercato azionario dell'Asia ex-Japan negli ultimi anni: dalle politiche monetarie globali, al rafforzamento del dollaro, all'indebolimento del commercio globale e, soprattutto, al notevole effetto del rallentamento della crescita in Cina. L'impatto negativo di questi fattori macroeconomici sulle economie asiatiche si è tradotto in un periodo prolungato di debolezza della crescita degli utili societari. Per quanto riguarda i fondi venduti in Italia, il rinnovato interesse per l’Asia ha fatto bene soprattutto a BGF Asian Dragon C2 di BlackRock (+10,7%, Analyst rating: Bronze). “Il processo d'investimento scelto dal gestore combina analisi top-down e bottom-up, mirando a sovraperformare in varie condizioni del mercato”, spiega Grant Kennaway, analista di Morningstar in uno studio del 27 giugno 2016. “Da giugno il manager ha deciso di passare alle azioni value, prevedendo una ripresa economica modesta nel resto dell’anno. Nei settori con valutazioni interessanti ha preferito energia e materiali alle banche cinesi”. Il fondo ha una Deviazione standard a tre anni del 15,91% contro il 14,04 della media di categoria.
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