Il Giappone ci riprova. E gli investitori pure. Il primo ministro nipponico Shinzo Abe ha annunciato un nuovo piano di rilancio dell'economia da 28mila miliardi di yen (circa 240 miliardi di euro). Nel frattempo si affida ai numeri. L'indice di fiducia delle grandi imprese manifatturiere giapponesi Tankan a giugno è rimasto stabile a +6 mentre le attese erano per un calo. La rilevazione è pero avvenuta prima dell'esito del referendum sulla Brexit. L'indice sulla produzione Pmi è sceso a giugno a quota 49 dal 49,2 di maggio. Quello relativo ai servizi è sceso al 49,4 dal 50,4 di maggio. L'indice pmi manifatturiero a luglio è indicato a 49 secondo la stima flash che anticipa il dato definitivo e mostra un peggioramento delle condizioni operative del comparto. A giugno l'indice aveva fatto segnare 48,1. A luglio secondo le stime dei responsabili acquisti del comparto manifatturiero giapponese sono calati sia la produzione che gli ordini anche per effetto di un forte calo della domanda internazionale.
Arriva la BoJ
Nel frattempo sono scesi in campo i pezzi grossi. Il governatore della Banca del Giappone Haruhiko Kuroda ha ribadito che l'inflazione raggiungerà il 2%, confermando la sua ottimistica visione malgrado diversi indicatori suggeriscano che è fuori strada. "La tendenza dei prezzi di fondo è attesa irrobustirsi costantemente, spingendo il tasso verso il 2% di aumento", ha detto Kuroda in un meeting con i responsabili di filiale dell'istituto. L'inflazione core è scesa dello 0,4% a maggio, il peggior risultato da aprile 2013, e le attese di imprese e famiglie si sono indebolite, così come quelle degli economisti. Ma secondo Kuroda una ripresa moderata è in corso e continuerà. Il governatore ha detto che la Banca procederà con ulteriori allentamenti, se necessario per raggiungere il target d'inflazione.
Il Governo giapponese, intanto, ha tagliato le previsioni di crescita per l'anno fiscale 2016 (aprile 2016-marzo 2017): pesano la crescente incertezza sull'andamento dell'economia globale e, a livello domestico, i consumi deboli e i non sufficienti investimenti delle imprese. Il Governo Abe ha stimato sensibilmente al ribasso il Pil passando dalla precedente previsione dell'1,7% allo 0,9 per cento per il 2016. Ridimensionata notevolmente anche l'inflazione, prevista a +0,4% rispetto alla precedente stima di +1,2 per cento. Per quanto riguarda l'anno fiscale 2017 (aprile 2017-marzo 2018) le aspettative sono più ottimistiche: l'Esecutivo nipponico stima il Pil a +1,2% e l'inflazione a +1,4 per cento.
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