Il mercato azionario spagnolo, nonostante l’innegabile recupero dai minimi del 2012, continua a viaggiare ben al di sotto dei massimi pre-crisi. Nel corso degli ultimi anni, la Borsa di Madrid è stata sostenuta da una parte dal miglioramento delle prospettive nazionali e dall’altra dalla politica monetaria ultra accomodante della Banca centrale europea.
Tuttavia, i rischi di una fase di ribassi sono in crescita. Il rallentamento nei mercati emergenti, America Latina in particolare, è stato un duro colpo per le multinazionali finanziarie ed energetiche spagnole. Il potenziale impatto della Brexit, inoltre, ha portato a rivedere al ribasso le previsioni di crescita, sia per la Spagna che per l’Eurozona. Al contrario, la situazione politica interna sembra essere stata ampiamente ignorata dal mercato.
Anche tenendo conto di questi rischi, comunque, il mercato azionario spagnolo potrebbe rivelarsi un’interessante opportunità nel medio-lungo termine, soprattutto dato il continuo sostegno che i mercati della zona euro stanno ottenendo dalla politica monetaria della Bce.
Nel complesso, l’economia spagnola sta ora mostrando segnali più costanti di una ripresa sostenuta. Il ritmo di crescita del prodotto interno lordo è passato dall’1,4% su anno nel 2014 a oltre il 3% nel 2015 e nella prima metà del 2016. Inizialmente guidata dai guadagni di competitività e dalla forte crescita delle esportazioni, l’economia è ora sostenuta anche da un rafforzamento della domanda interna. Gli investimenti da parte delle imprese sono in crescita e il mercato del lavoro sta creando nuovi impieghi a un buon ritmo. Tuttavia, il tasso di disoccupazione resta a livelli inaccettabili, sopra il 20%. Inoltre, l’assenza di pressioni inflazionistiche, complice il calo dei prezzi delle materie prime, aiuta i consumatori a riguadagnare potere d’acquisto.
Le large-cap spagnole con una presenza multinazionale godono di un accesso ai finanziamenti internazionali facile ed economico. Tuttavia, le condizioni di finanziamento sono decisamente più difficili per le piccole e medie imprese, che sono la spina dorsale dell’economia nazionale.
L’indice
L’Ibex 35 NR misura la performance dei 35 principali titoli azionari per capitalizzazione quotati sulla Borsa di Madrid. Per poter essere preso in considerazione per l’inserimento nel benchmark, un titolo deve presentare un flottante di capitalizzazione media di mercato di almeno 0,30% della capitalizzazione complessiva dell’indice. Il benchmark viene rivisto due volte l'anno a giugno e dicembre e i dividendi sono reinvestiti al netto delle imposte. Quello finanziario è il settore più rappresentato nell’Ibex 35, con un peso che varia tra il 30 e il 40% del suo valore, seguito dai beni di consumo discrezionali, telecomunicazioni, utilities e titoli industriali (ciascuno tra il 10 e il 15% del totale). L'indice è estremamente concentrato: i suoi cinque maggiori componenti - Banco Santander, Inditex, Telefonica, BBVA, e Iberdrola - rappresentano circa il 50-60% della sua capitalizzazione di mercato.
L’offerta europea
Nel Vecchio continente sono quotati tre Exchange traded funds che replicano l’Ibex 35. Di seguito un focus su quelli coperti dalla ricerca qualitativa Morningstar.
Lyxor UCITS ETF Ibex35 (DR) D-EUR
Il fondo ha abbandonato nel luglio 2014 la replica sintetica a favore di quella fisica completa per tracciare l’indice di riferimento. Questo Etf distribuisce i dividendi due volte l’anno. L'obiettivo fondamentale del processo di gestione è quello di ridurre al minimo possibili deviazioni dalla performance del benchmark gestendo con attenzione i flussi di cassa quotidiani, alcuni eventi riguardanti i componenti dell’indice e, infine, assicurando la migliore esecuzione possibile nella negoziazione dei titoli. Attualmente, questo fondo non effettua operazioni di prestito titoli. Le commissioni sono pari allo 0,30%, in linea con la media dei concorrenti.
db x-trackers IBEX 35 UCITS ETF (DR) 1C
Anche questo fondo ha abbandonato la replica sintetica per quella fisica complete nel dicembre 2013. L’Etf effettua operazioni di prestito titoli al fine di contribuire a migliorare le prestazioni, i cui ricavi lordi sono divisi 70/30 tra il fondo e Deutsche Bank AG, che svolge il ruolo di agente di prestito. Anche se questa attività può aiutare a compensare i costi a carico degli aderenti, espone potenzialmente gli investitori al rischio di controparte. Per proteggere il fondo viene chiesto ai mutuatari di fornire garanzie superiori al valore del prestito. In generale, non più del 50% del patrimonio del fondo può essere prestato in una sola volta. Ad esempio, attualmente la media annuale dei titoli prestati da questo replicante è stata del 13,5% del portafoglio per un rendimento medio del 4,4 punti base. Le commissioni annue sono pari allo 0,30%.
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